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26 maggio 2023

Cosa accade a Rozzano (quarta puntata): gli arresti di fine aprile e i controlli necessari

Fine aprile 2023. Novanta indagati, suddivisi in 7 associazioni criminali: gruppo di Quarto Oggiaro; gruppo di Comasina-Bruzzano; gruppo della Barona; gruppo di Gratosoglio; gruppo di Milano; gruppo di Alberto Pellegrino. E infine il gruppo di Rozzano. A cui sono dedicate più di 250 pagine delle 1170 totali dell'ordinanza firmata dal GIP Livio Cristofano. Nel gruppo dei Rozzanesi compare come figura di riferimento Walter Pagani; detto Chicco. Deceduto a marzo del 2022. Spacciano hashish. Marijuana e Cocaina a 100 euro al grammo, stoccata in gran parte in un box di via Pisacane. in una ditta a Zibido e in un capannone a Fizzonasco in via Fratelli Rosselli. Non solo a Rozzano. La droga finiva anche a Pieve, Locate, Milano e Basiglio.

"Walter Chicco Pagani dopo una detenzione di oltre vent'anni, dal maggio 2016, beneficiava della semilibertà e della possibilità di svolgere attività lavorativa all'esterno presso una società cooperativa la UGR".

"... un soggetto che, nonostante gli anni di carcere patiti, una volta uscito, sia pure in semilibertà, riprendeva facilmente il pieno controllo dei traffici di droga nel "suo" territorio di Rozzano e nei territori immediatamente limitrofi, grazie ad una indiscutibile caratura criminale che in ceni contesti gli viene riconosciuta e al suo temperamento violento e aggressivo che può garantire -da un canto '`protezione" e -da un altro azioni ritorsive in caso di comportamenti".

Solo gli albanesi del gruppo La Gabbada, si legge, sembravano reggere allo strapotere di Chicco Pagani
Alcuni addirittura ponevano dei dubbi sulle reali cause della sua morte. Nell'ordinanza lo si esclude: "è deceduto per cause naturali o connesse al consumo di stupefacenti".
A Rozzano, secondo un esponente delle forze dell'ordine che ben conosce il territorio, mai s’era percepita, nel tempo, la presenza di un’organizzazione criminale egemone, che detenesse il controllo mafioso del territorio e che, come tale, fosse appunto percepita dalla popolazione.

Fa eccezione quel periodo, piuttosto circoscritto, a metà degli anni Novanta, in cui una banda decise di appropriarsi della “piazza di spaccio”, imponendo il proprio dominio a colpi di pistola. Essa, tuttavia, ebbe vita breve perché, all’alba del 13 novembre 1997, fu sgominata dall’operazione “Ibiza”. In quella occasione veniva arrestato lo stesso Pagani e Umberto Palomba, che, una volta uscito dal carcere nel 2009 fonda l'UGR, cooperativa di tipo B, il cui obiettivo è il reinserire nel mondo del lavoro persone fragili e svantaggiate. In questo caso ex detenuti. Nel 2016, Palomba accoglie Chicco Pagani, dopo 20 anni di carcere per un duplice omicidio.
Ora l'Amministrazione deve riflettere bene sui rapporti con l'UGR. Come cooperativa di tipo B svolge, in affidamento diretto diversi appalti di servizi. Sul solo sito di Ama Rozzano si contano grossomodo 60 appalti assegnati a UGR in 3 anni. Per un totale circa di 850 mila euro. Io se fossi Sindaco, incontrerei i Pubblici Ministeri che hanno condotto l'indagine. Il Prefetto. Chiederei anche a Confcooperative la Confederazione delle Cooperative Italiane. Umberto Palomba il fondatore di UGR, coimputato di Chicco Pagani, aveva garantito che avrebbe iscritto la sua creatura al grande consorzio cooperativo, proprio per rasserenare chi, cinque, sei anni fa, tra questi anche il sottoscritto, si era molto preoccupato della sua crescita improvvisa.

E ora bisogna capire quali nuovi equilibri si stanno creando a Rozzano. Già da qualche mese i segnali ci sono. Lo spaccio sembra non diminuire. Molti i giovani che trovano nelle sostanze un'identità e un riparo. Molti quelli che si mettono a disposizione per spacciare. Spesso sono gli stessi che prima si fanno e poi spacciano oppure spacciano e poi si fanno. Molto bisogna fare per dare loro, futuro e speranza.

Stando bene attenti che le organizzazione criminali hanno bisogno per la loro crescita di indurre dipendenze, intimidire, e, soprattutto, di creare rapporti con la politica.

P.s. La terza puntata su Rozzano non l'ho saltata. Ho deciso di non pubblicarla e di descriverne il contenuto a chi poteva indagare e capirne di più. Le altre due puntate ai link sotto:

16 aprile 2023

Attenzione! Così si rischia di disincentivare il Whistleblower. E non ne abbiamo bisogno.

Franco Toffoletto, nel suo articolo, comparso su I focus del Sole 24 Ore di Giovedì 13 Aprile 2023, rischia di disincentivare l'utilizzo del  Whistleblowing. 
L'articolo inizia proprio male, parlando dell'introduzione della « ... "delazione protetta" (whistleblow significa "spifferare")». Innanzi tutto il termine spifferare non traduce il termine inglese whistleblowing. Tantomeno delazione protetta. 
Guarda caso nella lingua italiana ci sono pochi termini che indicano con accezione positiva chi segnala un abuso. Mentre molti altri rappresentano questo fenomeno in chiave fortemente negativa. Uno di questi è delatore: "Chi per lucro, per vendetta, per servilismo, denunzia segretamente altri a una autorità, spec. giudiziaria, militare o politica".
Ma c'è anche infame, più greve. Piuttosto che licofante, più arcaico e dotto. 
In realtà Whistleblower è chi fischia nel fischietto, non nell'orecchio. Lo fa utilizzando i canali che si prevedono per aiutarlo. Non lo si costringe a gridarlo in corridoio. Questo perché, soprattutto in Italia, e i casi sono numerosi, chi denuncia rischia di essere, isolato, demansionato, mobbizzato. Assurdo eh? Altro che gridare in corridoio.
L'articolo di Toffoletto nasce dalla pubblicazione del Dlgs 24/2023 che ha attuato la direttiva europea 2019/1937, che estende la disciplina del whistleblowing alle aziende private che occupino almeno 50 dipendenti. Ci tiene a precisare, ed è qui il vero cuore dell'articolo, che «... garantire la riservatezza non significa l'obbligo di prendere in considerazione segnalazioni anonime, di cui l'articolo 333 del Codice di procedura penale vieta sia fatto "alcun uso". E l'articolo 240 vieta di acquisire o utilizzare «documenti che contengano dichiarazioni anonime. È un principio di civiltà giuridica. Scrive con forza.

In realtà il Codice di procedura penale non c'entra nulla con il Whistleblowing. La segnalazione non è un esposto, né una denuncia all'autorità giudiziaria. Può essere utilizzata per. Ma non lo è. E perché una segnalazione anonima, circiostanziata, non deve essere presa in considerazione? Per la vecchia cultura italica? Ok. Hai denunciato. Però devi metterci la faccia! Se no io il dirigente non lo indago per corruzione tra privati. Troppo comodo così!

"Ciò va sottolineato con molta enfasi". Insiste Toffoletto. Il segnalante, secondo l'autore dell'articolo, deve firmare la segnalazione, ma anche deve dare "immediatamente l'indicazione dei supporti probatori atti a un giudizio di verosimiglianza". 

Tranquillizzo Toffoletto. In Comune a Milano ci sono molte meno segnalazioni di quante immaginavamo. E la platea è vastissima: oltre ai 15 mila dipendenti pubblici anche tutti i dipendenti, collaboratori, subappaltatori delle aziende contrattualizzate. Per quanto so io nessuna categorizzata come diffamante. Lasciamo stare quando Toffoletto parla di vendette personali. Come si fa a capire se lo siano o meno. Partendo dalla veridicità della segnalazione. Ci vorrebbero almeno 6 7 sedute dallo psicoterapeuta. Magari l'ipnosi.

26 marzo 2023

'ndrangheta stragista: confermate in appello le sentenza a Graviano e Filippone

Sentenza d'appello processo 'ndrangheta stragista. “Oggi abbiamo la sentenza di secondo grado vedremo cosa manca ancora come lavoro di completamento per arrivare a una ricostruzione che faccia luce davvero su accadimenti storici di grande rilievo Ancora rimane da fare”.

Lo ha affermato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, applicato alla Procura Generale, Giuseppe Lombardo, dopo la lettura della sentenza del processo “‘Ndrangheta stragista” che ieri sera si è concluso con la conferma dell’ergastolo per il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano e per Rocco Santo Filippone, ritenuto espressione della cosca Piromalli di Gioia Tauro.

Il 21 di aprile riparte a Milano il processo per rendere piena giustizia per Umberto Mormile educatore del carcere di Opera, ucciso perché testimone dei colloqui tra servizi segreti e Domenico Papalia. Omicidio rivendicato dalla Falange Armata. Sigla che compare per la prima volta proprio nel 1990, e che rivendicherà poi le stragi del 1992 e del 1993, il tentato omicidio di Costanzo, gli omicidi della Uno Bianca. Proprio ieri è nata l'Associazione delle Vittime della Falange Armata, merito del lavoro eccezionale di Stefano, fratello di Umberto. Il 21 di aprile ci saremo al fianco della famiglia Mormile.

La verità su quei fatti, riguarda loro, noi, l'intero nostro paese ed è fondamentale per ricostruire la storia della nostra Democrazia.

Al link un'utile approfondimento di LaC News 24


Tre suggerimenti a Christian Garavaglia

10.329 preferenze. Christian Garavaglia, primo tra gli eletti per Fratelli d'Italia in Regione Lombardia, per raccoglierle è passato dallo Sporting Club di Basiglio. Feudo della famiglia Stilo.

Nel settembre 2014 l'AUSENGINEERING s.r.l., azienda degli Stilo era stata destinataria di un'interdittiva antimafia dall'allora Prefetto di Milano per presunti legami tra i soci e la cosca di 'ndrangheta MANCUSO di Limbadi (VV), In particolare il fratellastro di Francesco Stilo, Pasquale Larocca, Amministratore unico dell'azienda, aveva avuto rapporti con diversi soggetti appartenenti e/o contigui alla cosca.

Il neoeletto dichiara a Davide Milosa de Il Fatto Quotidiano, che pubblica la notizia, di non essere mai stato allo Sporting, e che "erano circa sei tavoli”, minimizzando l'evento, spiegando “di non aver mai sentito dei legami degli Stilo con la ’ndrangheta”. Ora li sa.

Mantovani per l'occasione viene accompagnato dal deputato Andrea Mascaretti e dal senatore Mario Mantovani. 

Cosa intende fare? Le suggeriamo alcune mosse. Pubblichi le foto dell'evento in modo da poter individuare chi fossero gli invitati. Non si trova nulla della cena sui suoi profili social. Neanche la notizia. Ci dice chi ha avuto l'idea di organizzare l'evento e se Mantovani, Mario o Andrea Mascaretti fossero a conoscenza della storia della famiglia Stilo. Infine fa un bel comunicato stampa in cui dichiara che se avesse "sentito dei legami degli Stilo con la ’ndrangheta" non sarebbe mai andato allo Sporting e di non voler avere niente a che fare con gli Stilo durante il suo mandato