Dichiarazione di intenti rete Giambellino - Lorenteggio
Milano, dicembre 2005
Il quartiere Giambellino-Lorenteggio, si trova in uno stato di progressivo abbandono, e molti sono i motivi che hanno portato all’attuale esasperazione di tanti cittadini che lì risiedono.
Motivi complessi e radicati nel tempo, che possono essere ricondotti ad un progressivo disimpegno nel governo del territorio, dei cambiamenti sociali che avvenivano nel quartiere, ma ancora è più profondamente ad una totale assenza nel gestire la cura e la tutela di spazi e relazioni, le abitazioni di Edilizia residenziale pubblica sono ormai a un livello di degrado insopportabile e l’assenza anche della più banale manutenzione delle stesse, ha generato sfiducia nelle istituzioni e peggioramento drammatico dei rapporti tra cittadini, anche per l’assenza di riferimenti certi per il rispetto delle principali norme di convivenza civile.
È impossibile pensare un quartiere diverso se questa complessità non viene affrontata nella sua interezza, immaginando soluzioni di breve, medio e lungo periodo, diversificate ma collegate tra loro in un progetto complessivo.
È impossibile pensare un quartiere diverso se non si parte dal governo del territorio e dei cambiamenti, ma anche se non si parte coinvolgendo le molte risorse, umane e strutturali, esistenti con le quali e grazie alle quali è possibile immaginare una riqualificazione complessiva. Pensiamo, oltre ai singoli cittadini, i comitati di autogestione e i comitati di quartiere, le cooperative sociali, le associazioni di quartiere, la parrocchia, la biblioteca il Centro aggregativo multifunzionale, i sindacati e le forze politiche.
È impossibile pensare un quartiere diverso, se chi vi abita non ha la percezione che esso sia un quartiere sicuro e se si pensa che la percezione di sicurezza si acquisisca unicamente aumentando i passaggi dei mezzi e degli uomini delle forze dell’ordine.
La rete si impegna a svolgere un ruolo di stimolo di questo processo, coinvolgendo realtà private e pubbliche appartenenti al territorio e, richiamando tutte le istituzioni locali e non, ai propri doveri e potenzialità.
In particolare le linee i sviluppo di questo percorso-processo devono prevedere i seguenti aspetti:
· Riqualificazione dei giardini di via Odazio: verifica validità del progetto in fase d’attuazione proposto dal Settore Parchi e Giardini, proposte migliorative e progetti futuri.
· Progettazione di interventi sociali volti ad affrontare le cause del disagio, potenziamento dei servizi sociali che si occupano delle famiglie del territorio.
· Potenziamento degli spazi pubblici e ricreativi presenti nel quartiere: la Biblioteca pubblica rionale di via Odazio, il Centro aggregativo multifunzionale di via Odazio, il Circolo Arci Guidetti di via Segneri, il Centro Anziani La Tavernetta di via Segneri. Produrre socialità per ridurre l’insicurezza.
· Questioni abitative: risanamento, manutenzione ordinaria e straordinaria delle Case di Edilizia Residenziale Pubblica, alloggi sfitti e occupazioni (monitoraggio e possibili soluzioni); servizio di portineria e portierato sociale (verifica dell’esistenza e dell’efficacia e potenziamento dei servizi).
· Migliorare le potenzialità non sfruttate del Vigile di Quartiere come strumento di prevenzione e mediazione immediata dei conflitti, individuazione di nuove forme di convivenza e di gestione pacifica del conflitto che coinvolgano direttamente gli abitanti del quartiere.
· Percorsi-processi di inclusione e di partecipazione degli abitanti nel quartiere. Ambiti di dialogo e di incontro tra persone con diverse appartenenze non solo culturali e geografiche, ma anche generazionali.