“I genitori che protestano sono sempre i soliti quattro gatti... ma la maggioranza sta dalla mia parte”.
Così oggi si esprime la Moioli.
Ma come si permette un assessore – anzi, una assessora - di esprimersi in questo modo nei confronti di cittadini e cittadine che non fanno altro che rivendicare un loro legittimo diritto! Quale astio, quale arroganza guidano le sue parole! Quella stessa arroganza, indifferenza e totale disattenzione in realtà alla base delle azioni (o meglio – delle non-azioni) nei confronti delle donne della nostra città.
Speravamo di poter fare i nostri migliori auguri a tutti i bambini e alle loro famiglie per l'inizio del nuovo anno scolastico.
Volevamo spronare l'Amministrazione comunale a riaprire il dialogo con le educatrici e gli educatori e i loro rappresentanti sindacali ritrovando obiettivi comuni da perseguire insieme.
Volevamo spronare i genitori, soprattutto quegli eletti negli organi collegiali, a divenire protagonisti nel percorso che deve portarci ad un nuovo e maggiore investimento economico e politico nella qualità dell'intervento educativo nei servizi dell'infanzia.
Nulla di tutto questo.
Bisogna parlare della ingiustificata, tardiva e dannosa decisione dell'Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali di rimandare di una settimana l'apertura delle scuole materne.
Nel giro di pochi mesi, l'Assessorato diretto da Mariolina Moioli ha tagliato i fondi per le cooperative nella gestione dei Centri di aggregazione giovanili che operavano da anni a Milano, ha messo la parola fine all'esperienza dell'Educativa di strada comunicando la scelta pochi giorni prima della scadenza del bando, ha intrapreso, a maggio inoltrato, una battaglia di principio con le organizzazioni sindacali, creando, nel mese di luglio, forti disagi nei nidi e nelle scuole materne, minando il rapporto di fiducia tra le famiglie e le educatrici e gli educatori.
Troppe deleghe per un unico assessorato, gestite male da un punto di vita organizzativo, gestite in maniera miope da un punto di vista politico.
Non bastano le scuse.
Chiederemo conto delle responsabilità politiche di tali scelte, come i genitori chiederanno il risarcimento dei disagi subiti.