Dopo la seconda ordinanza Albertini che rinviava alla successiva amministrazione la definitiva decisione sui 300 posti per residenti che il privato proponeva per ristabilire il bilancio economico finanziario dell'operazione, nulla è accaduto.
La situazione causata dal cantiere, che versa in condizioni di assoluto degrado e nella mancanza delle più elementari norme di sicurezza, è eccezionale.
Per il momento il cantiere ha garantito unicamente introiti pubblicitari al Comune e ai privati responsabili del suo decoro e messa in sicurezza.
Il privato chiede danni per 10 milioni di euro al Comune, ma sul tavolo non ci sono progetti che ridisegnino il parcheggio su indicazioni della Soprintendenza, a seguito dei prevedibili ritrovamenti archeologici.
Se si modificassero i termini della dote di parcheggi a rotazione o per residenti, risulta evidente che bisognerebbe rifare la gara di assegnazione dell'area.
Siamo convinti che il modo migliore per uscire da questo pantano è mettere una pietra sopra all'intero progetto di parcheggio, riqualificando l'area attraverso progetti che ne restituiscano prestigio e che ne valorizzino la vocazione artistica e culturale.
Milano, 21 gennaio 2009