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6 aprile 2009

La Commissione antimafia boicottata dalla maggioranza

La Commissione Antimafia, voluta all’unanimità dal Consiglio comunale non riuscirà a decollare.
I gruppi consiliari della maggioranza hanno fatto marcia indietro e non si presenteranno alla prima riunione prevista per martedì 7 aprile alle ore 16.
Carlo Fidanza, Presidente del gruppo consiliare di An, gruppo ancora in vita, nonostante la nascita del Pdl, ha detto: "Il nostro è un atteggiamento di serietà e di responsabilità contro chi vuole usare l'antimafia come clava politica mentre va contrastata coi fatti. Quella proposta dal centrosinistra - conclude - è una commissione che è un puro strumento convegnistico e non ci interessa".
"Non vogliamo strumentalizzare un tema serio - commenta Franco De Angelis del Gruppo misto - E' una commissione fatta sotto elezioni dobbiamo imporci un momento di riflessione. Questa commissione tecnicamente non si può fare: nasce morta".
E infine il Presidente del gruppo consiliare di Forza Italia Giulio Gallera: "Abbiamo avuto un incontro con le forze dell'ordine, il prefetto e il presidente del tribunale e ci hanno confermato che nessuno dei tre può partecipare a una commissione in cui si parli di fatti legati all'attualità perchè potrebbe compromettere le indagini: per noi, a questo punto, la commissione è del tutto inutile e non ha di fatto motivo di esistere".
Innanzitutto nessuno aveva chiesto una commissione che si addentrasse nelle indagini in corso: semplicemente perché sapevamo che non è nelle prerogative di un Consiglio comunale. Citarla come argomentazione seria sembra un insulto a tutti noi (maggioranza e opposizione) che la Commissione antimafia abbiamo voluto e votato.
Pensare poi che potrebbe essere usata in chiave elettorale lascia sbigottiti.
È del tutto evidente che non potremo non parlare della Commissione antimafia in campagna elettorale: l’abbiamo voluta, ottenuta con i voti anche della maggioranza, che poi si è tirata indietro adducendo motivazioni inesistenti. Come possiamo non parlarne con chiarezza?
La Commissione antimafia per come l’abbiamo pensata doveva divenire il luogo dell’Istituzione, in cui, grazie all’intervento di esperti, ci si interroga su come trovare le strategie atte ad evitare, negli appalti (ed Expo 2015 rappresenta un gran boccone), ma soprattutto nelle società partecipate, infiltrazioni di associazioni mafiose a vario titolo: regole da applicare nelle gare, richieste da fare alle aziende che partecipano, certificazioni di qualità in termini di trasparenza di bilancio da valorizzare nella valutazione finale. Ma ancora: individuare quali azioni politiche, campagne pubblicitarie e iniziative pubbliche, mettere in atto per fronteggiare l’usura, il riciclaggio; quali percorsi pedagogici avviare nelle scuole e nei luoghi della città per contrastare a livello culturale e sociale la cultura mafiosa; quale codice comportamentale esigere dagli amministratori che offra garanzie di totale autonomia dai poteri criminali di scelte che il singolo compie in relazione al proprio mandato.
Insomma complimenti a chi ha voluto affossare tutto questo.
Noi la commissione Antimafia la vogliamo. Se ciò non sarà possibile, costituiremo un gruppo di lavoro sul tema che interloquirà con la città. Non mancheremo di comunicare le nostre intenzioni e i nostri risultati anche in campagna elettorale.
P.s. Proprio ora torno dalla prima riunione della Commissione. Erano presenti, oltre me: Majorino (Pd), Rozza (PD), Fedreghini (Verdi), Rizzati (Comunisti Italiani), Rizzo (Lista Dario Fo), Grassi e Pagliarini (gruppo Misto).
La commissione si è insediata. Non si è potuto eleggere il Presidente, e ci si è concentrati sulla definizione del programma dei lavori, audizioni e materiale da acquisire. Pierfrancesco Majorino, in qualità di consigliere anziano l'ha presieduta. Ho fatto presente che sarebbe bene rendere pubbliche le sedute, proprio per parlare attraverso noi e la stampa alla città. Troppe volte di Mafia e organizzazioni criminali, se ne discute superficialmente, sull'onda emotiva di eventi di cronaca, esponendo mediaticamente il giudice o lo scrittore o il giornalista diu turno. Deve diventare tema di massima priorità di attenzione e discussione generale.