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8 maggio 2009

I presidi devono difendere il diritto allo studio

"Presidi spia": cancellata la norma sui "presidi spia" (ma in quanto pubblici ufficiali dovranno denunciare gli irregolari) …. Così recita il Corriere della Sera. Il più letto tra i quotidiani. Meglio ricordarcelo.
La norma che il Ministro Maroni voleva introdurre viene radicalmente cambiata: per iscrivere i minori a scuola basterà un documento di identità.
Bisogna però aggiungere che la notizia del Corriere è del tutto sbagliata, scorretta, rischiosa.
È chiaro il tentativo del Ministro che il Corriere raccoglie. Lo ha dichiarato lui stesso: “Bisogna salvaguardare il principio che obbliga i pubblici ufficiali a segnalare gli immigrati clandestini".
Fatto sta che il preside e i professori in quanto incaricati di pubblico servizio devono tutelare il diritto primario all’istruzione del minore. Laddove si verificano situazioni che negano di fatto l’esercizio del minore al diritto, sono obbligati ad intervenire: il caso più classico è la prolungata assenza, oppure quando il bambino giunge a scuola stravolto, stanco, magari pieno di lividi. Il loro ruolo è fondamentale.
L’essere cittadino clandestino, a differenza degli esempi citati prima, non limita il minore nel proprio diritto all’istruzione.
Anzi, in questo caso, l’intervento del preside lederebbe proprio questo diritto. Nessun preside né professore o maestro ha il dovere nè tanto meno il diritto di fare indagini relative allo stato patrimoniale delle persone, al fatto se le famiglie paghino o no le tasse, oppure se abbiano il permesso di soggiorno o meno.
I diritti! Innanzitutto i diritti primari: salute e istruzione.
Ma anche informazione. Corretta informazione.