18 novembre 2009
Provo vergogna come amministratore e cittadino di Milano nell'apprendere la notizia che domani all'alba verrà sgomberata l'area ex Enel di via Rubattino. Alle porte dell'inverno, dopo le mobilitazioni del quartiere e delle insegnanti delle scuole che ospitano i bambini. Pensavo. Ingenuo. Che ciò non sarebbe accaduto.
Non c'è limite all'utilizzo della vita delle persone per fare propaganda politica.
19 novembre 2009
Sgomberato il campo in un clima surreale. Leggera resistenza. Un brulicare di bambini camion scarburati, polizia, carabinieri, volontari. Sorrisi. Al momento non si sa quanti posti ci siano in Comunità per nuclei famigliari separati. Non si sa quanti posti in dormitorio. Ci saranno almeno 80 bambini. Una vergogna. Mentre alle 9.30 l'assessore Moioli ricorda in aula consiliare, a Palazzo Marino, l'anniversario dei diritti dell'infanzia, in via Rubattino l'esperienza di integrazione di 40 bambini nelle scuole del quartiere viene calpestata dalle ruspe.
Uno sgombero che è una vergogna per Milano.
Si fa propaganda politica sulla vita dei bambini.
Uno sgombero che è una vergogna per Milano.
Si fa propaganda politica sulla vita dei bambini.
Oggi, 20 novembre 2009, una delegazione di rom sgomberati dal campo di via Rubattino, accompagnati da una maestra del plesso didattico di via Feltre e dal presidente dell’associazione dei genitori, nonché dal Naga e da un rappresentante del Tavolo Rom sono stati ricevuti dal vice Prefetto Tortora. Nel contempo oltre 100 cittadini e rom hanno mantenuto un presidio silenzioso davanti alla Prefettura. Nel corso del lungo incontro, durato un’ora, gli abitanti del campo hanno descritto le modalità reali dello sgombero, l’assenza di alternative abitative, la separazione dei nuclei familiari, l’offerta di un’accoglienza abitativa per sole 4 madri con figli sotto i sei anni. Oggi circa 200 persone si ritrovano senza nulla, con bambini anche piccolissimi, molti ammalati, ridotti ad accamparsi sotto il ponte della tangenziale all’altezza di via Rubattino.