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27 gennaio 2010

Europei 2016

27 gennaio 2010

In fretta e furia, alle 15,05 di oggi si è votato l'ordine del giorno, richiesto dalla Figc, riguardante l'adesione della Città di Milano al progetto di candidatura dell'Italia agli Europei 2016.
La Figc chiedeva entro il 18 gennaio di inviare la delibera di Giunta in relazione al progetto di massima di ristrutturazione dello stadio e al Consiglio comunale le garanzie di copertura finanziaria dei progetti di ristrutturazione.
Ordine del Giorno approvato. Noi astenuti.
La relazione del collegio tecnico ci dice che bisognerà spendere 41 milioni di euro.
L'Uefa insiste: vogliamo degli stadi per le famiglie, stadi che ospitino sempre più pubblico femminile (almeno il 35% degli spettatori).
Peccato che circa 5 milioni siano destinati agli 80 sky boxes chiusi e a nuovi spazi di ospitalità e 14 milioni per la costruzione di sale, ristoranti, uffici. Lavori richiesti dall'Uefa...
Chi pagherà?
L'Assessore Alan Rizzi ci dice che 16 milioni sono a carico dell'Amministrazione in quanto comprendono lavori di manutenzione straordinaria (allargamento della cancellata esterna e giardini pubblici sull'area ex Palazzetto, risanamento delle strutture ed impianti tecnologici, nuovi servizi igienici); 25 milioni, secondo Rizzi, saranno a carico delle società Milan e Inter.
Ma nessuno lo scrive. Né nella delibera di Giunta, né nell'ordine del giorno si scrive alcunché.
Le società attualmente pagano 14 milioni di euro all'anno per l'affitto dello stadio.
Le entrate? Oltre all'indotto dell'Euro 2016, 260.000 euro di risarcimento per ogni partita.
Per i ricavi dei biglietti? Non si sa...
La decisione sarà presa il 28 maggio. I concorrenti saranno Turchia e Francia.
Per adeguarsi agli standard Uefa, Verona e Torino rifaranno gli stadi, 10 milioni di euro verranno spesi per Roma.
Una pazzia? Un atto dovuto? La prima. Non mi vengano, poi, a dire, che mancano le risorse...
Ore 16. Cade il numero legale, per il Pgt ci si rivede domani alle 15. Per la trattativa sul Pgt, primo incontro oggi alle 17 e 30.
Vi aggiorno