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13 marzo 2010

A pagare alla fine sono sempre i più indifesi

Questa notte a Milano un ragazzo rom di 13 anni è morto bruciato.
Un politico o un amministratore che siede nelle istituzioni non può solo compiangere o addolorarsi, deve chiedersi che cosa si può e si deve fare perchè questo non accada più. Cosa si può fare non solo per tamponare un problema che a Milano è presente da 20 anni, ma per cercarne una soluzione adeguata, giusta e duratura. Questo bambino, molto probabilmente era di una famiglia che ha girato di campo in campo, di sgombero in sgombero, nella sviluppata e moderna area metropolitana milanese. Bisogna che Regione, Provincia e Comuni a partire da quello di Milano incomincino a pensare e soprattutto attuare una risposta che superi i campi e che dia delle risposte di abitare, di sicurezza e legalità, di integrazione. Un accordo forte tra istituzioni e mondo del volontariato che sappia costruire una risposta concreta di abitare alternativo al campo, in un sistema di regole di cittadinanza uguali per tutti. Forse è meglio utilizzare le risorse per questo piuttosto che per continuare a tenere i campi e fare gli sgomberi che non servono a nulla, se non a far girare le persone di campo in campo, di quartiere in quartiere, moltiplicando il disagio per i rom compresi i bambini che frequentano le scuole e per i cittadini che vivono accanto.
Dove sono finiti i 13 milioni di € dell'accordo Maroni e Moratti?
Se sono serviti solo per fare l'ennesimo censimento e i continui sgomberi sono stati buttati via, usiamoli per costruire le soluzioni vere e durature, che responsabilizzino i rom che vogliono integrarsi a partire dal lavoro e dalla scuola dei figli. In tante situazioni le scuole e la passione di molti insegnanti e volontari hanno dimostrato che è possibile: investiamo lì le risorse.