Il bilancio del Comune di Milano di quest’anno è viziato da minori entrate correnti per 141 milioni di euro. Viene già inserito a bilancio il dividendo Sea da 20 milioni di €, anche se ad oggi non è assolutamente certo e si inseriscono 15 milioni di € di dividendo A2A, che già promette di aumentarlo a 60 milioni.
Per coprire queste minori entrate e per rimanere nei parametri del Patto di stabilità, si prevedono entrate non ripetibili e ripeto non ripetibili (l’anno prossimo vedremo) per 118 milioni (recupero condono edilizio 2004, multe e vendita immobili)
Nella presentazione del Bilancio si dice che 50 milioni di € sono fondi a valenza anticrisi ma non viene immaginato nessun intervento straordinario. Badate bene: si evidenziano fondi che non sono straordinari, ma già destinati negli anni passati ad anziani, minori, famiglie in difficoltà, giovani coppie, tra le pieghe del bilancio dei diversi assessorati.
In Italia crescere un figlio costa 10 mila euro all’anno. A Milano di più. I dati si evincono dall’undicesimo rapporto famiglia «Il costo dei figli. Quale welfare per le famiglie?» del Centro internazionale studi famiglia. Il 53,4 per cento delle famiglie non ha figli. E il 35,5 per cento delle famiglie con figli fa fatica ad arrivare a fine mese. La spesa per il mantenimento di un figlio da
Ma c’è anche un altro indicatore che segnala la particolare situazione del capoluogo lombardo in questo momento di grandi difficoltà economiche: il numero di figli per donna nella popolazione straniera residenti nelle principali città italiane. A Torino è 2,38, a Milano ci si ferma all’1,94. E infatti, nell’ultimo anno, dopo saldi demografici positivi, grazie all’aumento della popolazione straniera, Milano torna a perdere 2.000 abitanti.
L’altro elemento numerico che fotografa il momento difficilissimo di molte famiglie è dato dal numero di licenziamenti. A febbraio i licenziamenti in tutta la regione Lombardia hanno superato - e di molto - quota diecimila: sono stati 11.243, il 15 per cento in più dello stesso periodo del 2009, quando la recessione aveva già cominciato a mordere. Lo dicono i dati della Cgil Lombardia aggiornati al 10 marzo: a ottenere i temporanei benefici della mobilità sono stati 3.953 mentre tutti gli altri, ossia più settemila, hanno completamente perso lavoro e stipendio. Sono, rispettivamente, il 25 e il 16 per cento in più rispetto a dodici mesi fa. Nei primi due mesi dell' anno le ore di cassa integrazione in Lombardia sono state più di 58 milioni, e i lavoratori messi in cassa "a zero ore" sono saliti a 188.011, mentre si conferma il sorpasso delle richieste di cassa integrazione straordinaria rispetto a quella ordinaria.
Le ore di cassa integrazione in un anno sono aumentate a Milano del 458 per cento.
Sempre in città, nei primi nove mesi del 2009, si sono iscritte alla Camera di commercio 756 imprese che gestiscono esercizi commerciali. Contro le 1285 che hanno abbassato definitivamente le saracinesche. 529 negozi in meno.
Di fronte a questi dati appare assolutamente improprio un bilancio così impostato. Un bilancio che prevede 5 milioni di € per fornire le mense delle scuole private, 4 milioni di € per offrire gratuitamente a tutti, indipendentemente dal reddito, i libri nelle scuole secondarie di primo grado, 2 milioni di euro per l’eliminazione dei graffiti dopo i 24 milioni già spesi in questi 4 anni di Giunta Moratti; 900.000 mila euro che si pensano di spendere per implementare il nucleo di polizia municipale a cavallo; 10 milioni di € per la Fondazione scuole civiche senza una valutazione della gestione delle risorse che ogni anno mettiamo a bilancio a loro favore; 1 milione e 200 mila € per pagare borse di studio a favore di accademie private, 130 mila gli euro dati al solo Bracchetti per il suo spettacolo in piazza Duomo, costato, in tutto 256 mila €.
Vogliamo cambiare radicalmente questo bilancio.
Abbiamo quindi presentato, solo come Partito Democratico, circa 300 emendamenti. 533 il numero totale.
Sarà una prova di forza. Come spesso accade.
Abbiamo proposto dei tagli significativi al numero di assessorati accorpando cultura, grandi eventi, marketing territoriale. Chiediamo di ricontrattare gli emolumenti dei dirigenti, passando da un tetto annuo massimo di 250.000 € a 150.000 €.
Abbiamo poi proposto ulteriori tagli a voci di spesa ingiustificate per:
- integrare la spesa per manutenzione ordinaria patrimonio abitativo pubblico, dato lo stato di forte degrado degli immobili di fatto costantemente insufficiente;
- integrare la spesa per fondo sostegno alla locazione L.431/98 a carico comunale vista la crisi in cui versano le famiglie in affitto privato e la irragionevole riduzione di spesa da parte del fondo regionale;
- riconoscere un contributo, agli anziani ultra 65enni che vivono nei quartieri ERP a rischio al piano rialzato e al primo piano, per l’istallazione di elementi anti intrusione
- ridurre, negli alloggi Erp di proprietà del Comune di Milano, il valore convenzionale su cui si calcola il canone di locazione del 30%, data inoltre la vetustà degli immobili e il loro stato di conservazione;
- aumentare la dotazione per i bonus bebè, che bisogna destinare anche alle mamme che abbiano rapporto di lavoro cocopro o a Partita Iva, oppure che abbiano perso il lavoro o che siano in cassa integrazione e che non riescono ad inserire il proprio bimbo al nido.
- Aumentare la gratuità per le iscrizioni nei nidi d’infanzia, attualmente sotto i 6.500€. Diminuire le quote per le altre fasce in particolare sotto i 12.500€ e sotto i 27.000€ , ricordandosi che a Roma la retta media è di 146€ e a Napoli di 100€. Milano si attesta su 232€ mensili.
Mi preme in ultimo ricordare che, come dettano le regole per la presentazione degli emendamenti a bilancio, a fronte di maggiori entrate per ogni singola voce, si devono prevedere uscite uguali da altre voci di bilancio.
Così abbiamo fatto.