Di seguito pubblico l'intervista che Avviso Pubblico Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie ha pubblicato sul sito.
Com’è nata l’idea di dare vita ad un Coordinamento di amministratori locali antimafia e quali obiettivi vi ponete? (Intervista su Avviso Pubblico del 1 febbraio 2011)
L’idea del Coordinamento nasce dall’esigenza di dare risposta ad un bisogno forte nato al termine del corso per amministratori locali organizzato nello scorso autunno grazie ad Avviso Pubblico: rompere l’isolamento che ciascuna realtà locale vive nell’affrontare la lotta alla criminalità organizzata. Durante il corso si sono creati legami tra amministratori di diversi comuni di Milano e Provincia che sono assolutamente da mantenere vivi e valorizzare. Il coordinamento vuole essere il luogo in cui questo sarà possibile.
Quali attività avete progettato come primi passi del Coordinamento?
Il primo passo è stato quello del riconoscimento da parte del Partito e in particolare della segreteria Provinciale. Il secondo sarà quello di darsi un’organizzazione interna che permetta di coinvolgere tutti gli iscritti e tutti gli amministratori del Pd, e che stabilisca un luogo decisionale, in cui tutte le zone della Provincia di Milano siano rappresentate con un proprio delegato nominato. A primavera vorremmo proseguire la formazione concentrandosi su corruzione e trasparenza nell’amministrazione pubblica e proporre anche ai funzionari pubblici percorsi di aggiornamento e di condivisione delle buone prassi.
Nell’atto costitutivo del Coordinamento sono previste azioni che richiamano all’esercizio di una responsabilità politico-partitica ben precise. Ce le può illustrare?
Tra le diverse finalità che il coordinamento si è dato mi preme sottolineare, quella di segnalare agli organismi dirigenti e in particolare al Collegio dei Garanti del Pd, eventuali situazioni, atti o comportamenti di singoli amministratori locali del Partito Democratico che non riteniamo accettabili e che addirittura possano essere collusivi con il potere mafioso. Finalità, questa, estremamente delicata ma di grande rilievo ed importanza. Bisogna non solamente esigere dagli amministratori un’azione di governo seria e rigorosa ed aiutarli e sostenerli in questo difficile compito. Bisogna anche essere intransigenti nei loro confronti. Non è più accettabile in Lombardia né l’incompetenza né, tanto meno, la superficialità.
La vostra idea è quella di operare esclusivamente con amministratori del PD o siete aperti anche a collaborare anche con esponenti di altre forze politiche?
Sia Pierpaolo Romani, sia Libera, tramite Ilaria Ramoni, ma anche Nando dalla Chiesa e Umberto Ambrosoli, nel giorno in cui il è nato il Coordinamento, ci hanno chiesto di avere questa attenzione. Facciamo nostra la proposta. È importante dare il segnale che la lotta alle mafie non la si appalta a nessuno e che tutti gli amministratori hanno bisogno di formazione, di informazioni, di solidarietà laddove sono più esposti e amministrano con coraggio. Siamo coscienti che nessun partito si possa considerare immune dai tentativi di infiltrazione del potere mafioso.
In concreto come agirete?
Apriremo l’iscrizione ai corsi a tutti gli amministratori di Milano e Provincia, indipendentemente dagli schieramenti, proporremo documenti e diffonderemo dati. Il Partito ha però bisogno di un luogo proprio, riservato, in cui riflettere, confrontarsi ed agire sul tema della lotta alle mafie. Avremo quindi tre stanze, se così si può dire: una aperta a tutti gli iscritti e amministratori del Pd; una in cui vi saranno solo i delegati del Partito delle 14 zone di Milano e Provincia e una terza aperta a tutte le forze politiche e associative.
Nell’atto che istituisce il Coordinamento avete scritto che intendete collaborare con Libera e Avviso Pubblico. Perché ritenete importante questa apertura al mondo dell’associazionismo?
La collaborazione con Libera e Avviso Pubblico la riteniamo fondamentale nella nostra comune battaglia contro le mafie, per la promozione della cultura della legalità democratica. Sono due importantissimi sensori radicati nel territorio. Abbiamo bisogno della loro competenza, della loro critica e della loro proposta. E perché no: anche del loro sostegno!