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22 maggio 2011

Due temi di grande attualità. Due prestigiosi e autorevoli interventi

Due importanti interventi su due temi che il buon Berlusconi e la Moratti tentano di cavalcare per sconfiggere Pisapia recuperando i 40.000 voti di distacco.
Il primo sulla cosiddetta zingaropoli è stato pubblicato da Famiglia Cristiana. Il termine spregevole, utilizzato da Bossi e ripreso da Berlusconi durante i 17 minuti a reti unificate, la dice lunga sul disprezzo per i Rom, per la povertà e l'utilizzo strumentale di bambini, donne e uomini per mantenere il potere nella città dell'Expo.
Indegna di una città europea è parimenti la battaglia contro la moschea. Battaglia anticostituzionale e provinciale. Ma davvero pensano che quando arriveranno i sauditi, gli yemeniti, gli egiziani, gli emiri del Kuwait diremo: "Ci spiace ma questo venerdì non potrete pregare perché abbiamo fatto di tutto perché Milano non si doti di una moschea". A Milano in realtà ce ne sono già una decina. La Moratti nella guida ad Expo 2015 magari inserirà gli indirizzi dei capannoni o delle case di via Padova o via Jenner.
Sinistra per Israele associazione laica che è nata per difendere le ragioni della pace in MO ha redatto sul tema un coraggioso documento.
Ve lo propongo qui di seguito:
In questi giorni sentiamo che nella campagna elettorale di Milano, nella quale ci schieriamo nettamente con Giuliano Pisapia, vengono immessi argomenti di discussione che - pur non direttamente attinenti con la questione mediorentale - evocano i pericoli di terrorismo, con particolare riferimento alla possibile costruzione di una moschea a Milano.
Abbiamo incontrato Giuliano Pisapia fin dalle prime fasi della sua campagna durante le primarie e ci sentiamo di dargli completa fiducia anche su questo punto; la questione della moschea per gli abitanti di fede islamica non è né di sinistra né di destra, ma di diritti umani, fra i quali annoveriamo quello della libertà di ogni persona di professare apertamente la propria fede religiosa.
Non venga utilizzata la paura del terrorismo, che conosciamo bene, per negare la possibilità che autonomamente le comunità islamiche provvedano a costruire un loro luogo di culto ufficiale. La giusta vigilanza contro il terrore distampo fondamentalista passa anche per la definizione di diritti e doveri nei quali gli abitanti di fede islamica possano riconoscersi, vivendo Milano come comunità di cui fare parte a pieno titolo, difendendola con noi dai terroristi.
La maggior parte degli islamici - come dimostrano le manifestazioni che in questo periodo si stanno sviluppando in Medio Oriente - vogliono allontanarsi dagli spettri evocati dal fondamentalismo.
Aiutiamo Milano a diventare un luogo di pace, non di ostacolo al diritto; di tolleranza e dialogo contro ogni fondamentalismo.
Direttivo milanese Sinistra per Israele