Ciò che abbiamo votato oggi è una
componente di un’ipotesi transattiva definita dalla Giunta e ora da ratificare
dalle banche, controparti del Comune. Non è l'accordo in sé.
L’accordo transattivo votato dalla Giunta definisce il passaggio del derivato chiamato Irs (giugno 2005) dal tasso variabile al tasso fisso, 4,34% per 23 anni. Mai come in questi mesi, settimane, la trasformazione a tasso
fisso è opportuna.
Abbiamo in essere una causa
civile contro le banche che chiuderemmo con questa transazione. Una causa
penale in cui ci siamo costituiti parti civili contro 4 funzionari delle 4
banche “creditrici” e due funzionari della Giunta Albertini. In questa causa
rinunceremmo ad essere parte civile e richiedere i danni.
La legge prevede che non si possa
chiudere un derivato e lasciare aperto un altro senza garanzia. Quindi, con il
voto di oggi, costituiamo un pegno in deposito di garanzia utilizzando 413,3
milioni di euro dei 476 milioni di euro che attualmente sono il valore positivo
del derivato che andiamo a chiudere. Residuano
62 milioni imputati a costi delle operazioni effettuate dalle banche per conto
del Comune. Questo deposito frutterà, reinvestito in Euribor e Btp (per due
terzi). Trecentocinquanta milioni di euro che entreranno nei prossimi 23 anni, 15
- 18 milioni di euro all’anno.
Nella causa civile il Comune ha
fatto una richiesta di danni per 80 milioni di euro.
Per chiudere questa partita il
Comune ottiene subito 40 milioni di euro, risorse che potranno diventare
entrata corrente dal punto di vista contabile. Si potrà anche definitivamente svincolare
il fondo rischi accantonato in questi anni: 80 milioni di euro da investire in
conto capitale.
Nell’ipotesi transattiva abbiamo acquisito
il diritto di chiudere il Cds quando vogliamo. Aspettando che l’effetto Monti
porti beneficio alle casse dello Stato.