Durante la seduta della Commissione consiliare antimafia congiunta con la Affari Istituzionali del 22 giugno, sono stati auditi il coordinatore nazionale Pierpaolo Romani e il Vice Presidente Roberto Montà, Sindaco di Grugliasco, di Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati.
Attualmente Avviso Pubblico conta più di 200 soci tra Comuni, Province, Regioni e ha proposto ai singoli consiglieri comunali di Milano la sottoscrizione alla Carta di Pisa. Un codice etico a sottoscrizione volontaria che fornisce alcune precise indicazioni agli amministratori locali su una serie di questioni specifiche, tra le quali: la trasparenza, il conflitto d’interessi, il finanziamento dell’attività politica, le nomine in enti e società pubbliche e i rapporti con l’autorità giudiziaria. Un tentativo di prevenire e contrastare la corruzione, i tentativi delle mafie di creare legami con la politica, che parte dal basso, che richiama strettamente il dettato costituzionale che all'articolo 54 sancisce che i cittadini a cui vengono affidati incarichi pubblici devono svolgerli con Onore e Disciplina.
Ecco la carta di Pisa può facilitare. Può rappresentare la disciplina che viene richiesta ai Politici.
Disciplina che richiama a valori, principi, stili di vita personali, ma che, come amministratori pubblici è doveroso sia resa pubblica. Una disciplina che va al di qua della legge, degli articoli del codice: segna una responsabilità in più. Segna la differenza tra responsabilità politica e penale.
Molti gli elementi portati in primo piano dalla carta di Pisa. Ho redatto anche un confronto tra la carta e il Codice etico del Pd. Codice etico di gran valore, forse il migliore tra i pochi esistenti tra i partiti politici.
I punti qualificanti della carta di Pisa penso siano 3:
- L’amministratore che negli ultimi 5 anni ha esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto dell’amministrazione non può svolgere, nei 5 anni successivi alla cessazione del suo mandato, attività lavorativa o professionale presso soggetti privati destinatari delle sue decisioni e attività. In caso contrario, l’amministrazione dispone l’esclusione per i successivi 5 anni dei soggetti privati che abbiano violato tale divieto dall’attività contrattuale e dal conferimento di incarichi, licenze, concessioni.
- L’amministratore deve astenersi dal ricevere finanziamenti e altre forme di sostegno alla propria attività politica da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi, ovvero da privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l’amministrazione (appaltatori, fornitori, etc.), o che hanno domandato od ottenuto provvedimenti da essa nei 5 anni precedenti, nell’ambito di procedimenti nei quali l’amministratore abbia svolto una funzione decisionale o istruttoria.
- In caso sia rinviato a giudizio o sottoposto a misure di prevenzione personale e patrimoniale per reati di corruzione, concussione, mafia, estorsione, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti, e ogni altra fattispecie ricompresa nell’elenco di cui all’art. 1 del Codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 18 febbraio 2010, l’amministratore si impegna a dimettersi ovvero a rimettere il mandato.
Una Carta che io ho deciso do sottoscrivere e che ho inviato a farlo anche l'intera Giunta e l'intero Consiglio Comunale.