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17 luglio 2012

Presentato il Piano Rom, Sinti e Caminanti.

Presentato il Piano Rom, Sinti e Caminanti, di cui pubblico la bozza.
Poche le risorse, 5 milioni, destinati dall'ex ministro dell'Interno Maroni e per giunta bloccati.
Fondamentale è uno dei temi: i percorsi di integrazione passano dalla conoscenza specifica della famiglie e dei singoli componenti. E questo può accadere solo coinvolgendo le tante associazioni che da anni si occupano del tema.
Bisogna imparare a superare alcune barriere culturali, lessicali. Pregiudizi basati sul nulla. Solo così si riuscirà a centrare con precisione uno degli obiettivi del piano: contrastare e superare le forme di discriminazione nei confronti delle popolazioni, Rom, Sinti, Caminanti.
E allora forse bisognerà parlare di percorsi di contrasto alle nuove povertà. Anni fa si parlava di zingari, poi di nomadi, ora si parla di Rom, Sinti e Caminanti. Dobbiamo annoverarli tra le nuove forme di povertà. Nuove forme di povertà dovute alla crisi, allo scivolamento di intere famiglie e di singoli al di sotto della soglia di povertà, oppure legati ai nuovi e costanti flussi migratori comunitari (questo è il caso specifico) e non.
Bisogna smetterla di associare alla parola "Rom" i termini "sicurezza" e "illegalità". Così come spesso parlando di Quarto Oggiaro si associa il concetto di spaccio, degrado. Non è giusto. E in questo caso è addirittura peggio, perché si parla di una etnia. E il razzismo, quell'antica e terribile arte di colpevolizzare altri, diversi da te, per creare alibi al proprio fallimento e strumenti utili ai propri desideri di potere, è lì, dietro l'angolo.
Altri ancora i temi importanti.
Gli sgomberi accompagnati: non deve accadere mai più che sotto la pioggia, alla mattina alle sette, si proponga alla signora, senza traduttore, la comunità per la propria famiglia. Mai più che dagli sgomberi i bambini vengano allontani dalle scuole che frequentano. I campi devono essere anche sostenuti con il passaggio di Amsa e l'accesso all'acqua.
Il degrado lo si combatte così.
Come si combatte la discriminazione anche con la possibilità per le famiglie di accedere ad una residenza per poter pagare la giusta quota per la ristorazione e non quella (la massima) destinata a chi residente nel comune di Milano non è. L'emancipazione passa anche attraverso il pagamento di tariffe e tasse.