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12 marzo 2013

Whistleblowing: io ci credo ancora

L'articolo de Il Sole 24 ore, dal titolo Anticorruzione, Milano ha detto «alt» racconta un pezzo di verità. Amara. Sarebbe bene però raccontarla tutta. La procedura del Whistleblowing è destinata alla ricezione delle segnalazioni di reati, irregolarità o altre anomalie ravvisate dai dipendenti nel corso della propria attività lavorativa: pericoli relativi alla sicurezza sul luogo di lavoro, corruzione, concussione, peculato o altri reati contro la pubblica amministrazione, irregolarità nei procedimenti. Una procedura che dà valore alle segnalazioni anche anonime tutelando l'anonimato del segnalante. La mozione che ho fortemente voluto, redatto e presentato era sostenuta da tutti i gruppi consiliari, alcuni consiglieri Lepore e Moioli, avevano suggerito alcune correzioni migliorative. Ha avuto almeno tre passaggi in Commissione Antimafia, due dei quali con i rappresentanti di Transparency. In aula si è materializzata la perplessità di molti altri consiglieri che non avevano sollevato dubbi in precedenza. Si è ritenuto opportuno ritirarla, ridiscuterla e ripresentarla laddove si fossero superate le criticità.
Criticità dettate dal modo con cui verrebbero gestite le segnalazioni anonime che potrebbero giungere numerose, potrebbero rendere ingestibile l'intero sistema, potrebbero essere dettate da rancori e gelosie e quindi poco utili. Qualcuno ha anche affermato che di fronte alla segnalazione anonima si determina l'obbligatorietà per il pubblico ufficiale della denuncia all'autorità giudiziaria. Il 21 di marzo, da tempo, è fissata una riunione con la Vice Sindaco De Cesaris e Transparency, proprio per affrontare le questioni emerse. Io ci credo ancora. Ci sono molte possibilità per ovviare ai rischi paventati. Griglie che aiutino il segnalante a circoscrivere le questioni che solleva, l'interlocuzione a fronte di una segnalazione (per comprenderla meglio) che il software potrebbe gestire garantendo l'anonimato del segnalante, l'individuazione di alcune fattispecie di reato dai quali iniziare per una fase di sperimentazione. Mi prendo la responsabilità di quanto accaduto in aula. Il tema è difficile e complicato. Avrei dovuto dedicare maggiore tempo nel coinvolgere meglio, tutti i consiglieri. Lo strumento lo continuo a considerare ottimo e comunque da sperimentare. Non accetto che nell'articolo si sostenga che il solo Mattia Calise del M5S sostenesse gli argomenti della mozione. E' falso e fuorviante. Così non è stato e lo stesso Calise lo può testimoniare.