In questo percorso congressuale vogliamo contribuire a cambiamenti significativi. Per questo vogliamo costruire un Partito Democratico che sappia guardarsi dentro con trasparenza e rigore e sappia imporre il cambiamento partendo da una seria analisi di sé, dei suoi organismi dirigenti, dei suoi meccanismi di selezione, della sua storia. Ogni grande cambiamento parte da scelte individuali importanti.
Riteniamo quindi utile la riforma del codice etico del Partito, coinvolgendo inizialmente il livello locale provinciale. Diventando avanguardia su questo tema. Bisognerà rinnovare, prendendo spunto dalla Carta di Pisa, redatta da Avviso Pubblico, prevedendo che i nostri amministratori e dirigenti si dimettano in caso di rinvio a giudizio anche per i reati di concussione, corruzione. Inserire norme che regolino con chiarezza il conflitto di interesse, il “pantouflage”, altrimenti detto “revolving doors” (passaggio diretto da cariche amministrative a cariche dirigenziali in ditte che hanno avuto rapporti con l’Amministrazione) e prevedere norme che impediscano la concorrenza selvaggia dei candidati del nostro partito e introducano la completa trasparenza per i fondi che il singolo riceve durante la campagna elettorale o durante il suo mandato.