Una relazione a viso aperto, coraggiosa, quella di Lino Stoppani presidente di Epam (Associazione Provinciale Milanese dei Pubblici Esercizi), oggi in Commissione congiunta Antimafia e Commercio, a difesa di tanti imprenditori seri e onesti, danneggiati terribilmente dagli investimenti mafiosi, dal conseguente dumping sui prezzi e dequalificazione dell'offerta.
Innanzitutto Stoppani ha rappresentato la preoccupazione per il fenomeno sommerso e poco quantificabile delle estorsioni che avviene sempre più spesso con l'imposizione di prodotti. La richiesta di individuare luoghi che accolgano gli imprenditori e li accompagnino alla denuncia la condivido pienamente e l'Amministrazione deve creare quelle alleanze indispensabili per offrire nel proprio territorio un luogo che abbia queste caratteristiche.
Quindi la richiesta di maggiori controlli sui requisiti anche morali di chi possiede pubblici esercizi. Controlli che non devono essere fatti a campione, ma su specifici indicatori. Il Comune di Milano è già sensibile a questo tema. Primo e unico comune in Italia che applica la normativa antiriciclaggio legge 231/2007. Proprio sugli indicatori ci si muove per segnalare alla Uif (Unità di Informazione Finanziaria) della Banca d'Italia, operazioni sospette, poco trasparenti e tracciabili, che segnalano anomalie in relazione a possibili operazioni di riciclaggio di denaro sporco. Numero di cambi di gestione, subingressi, cessione di ramo d'azienda, il valore fuori mercato degli avviamenti commerciali, la residenza del richiedente, la sua età.
Stoppani ha richiamato l'attenzione sui controlli che devono essere effettuati anche una volta avviata l'attività, in particolare per ciò che riguarda la reale titolarità dell'attività imprenditoriale, evidenziando possibili prestanome, strumenti essenziali per gli interessi mafiosi.
L'Amministrazione Comunale si sta muovendo proprio in questa direzione, l'applicazione della 231 del 2007, ne è la plastica rappresentazione. Si avvierà una collaborazione con Epam per approfondire questi argomenti, meglio definire gli indicatori, implementando lo sforzo già compiuto in tal senso.
Innanzitutto Stoppani ha rappresentato la preoccupazione per il fenomeno sommerso e poco quantificabile delle estorsioni che avviene sempre più spesso con l'imposizione di prodotti. La richiesta di individuare luoghi che accolgano gli imprenditori e li accompagnino alla denuncia la condivido pienamente e l'Amministrazione deve creare quelle alleanze indispensabili per offrire nel proprio territorio un luogo che abbia queste caratteristiche.
Quindi la richiesta di maggiori controlli sui requisiti anche morali di chi possiede pubblici esercizi. Controlli che non devono essere fatti a campione, ma su specifici indicatori. Il Comune di Milano è già sensibile a questo tema. Primo e unico comune in Italia che applica la normativa antiriciclaggio legge 231/2007. Proprio sugli indicatori ci si muove per segnalare alla Uif (Unità di Informazione Finanziaria) della Banca d'Italia, operazioni sospette, poco trasparenti e tracciabili, che segnalano anomalie in relazione a possibili operazioni di riciclaggio di denaro sporco. Numero di cambi di gestione, subingressi, cessione di ramo d'azienda, il valore fuori mercato degli avviamenti commerciali, la residenza del richiedente, la sua età.
Stoppani ha richiamato l'attenzione sui controlli che devono essere effettuati anche una volta avviata l'attività, in particolare per ciò che riguarda la reale titolarità dell'attività imprenditoriale, evidenziando possibili prestanome, strumenti essenziali per gli interessi mafiosi.
L'Amministrazione Comunale si sta muovendo proprio in questa direzione, l'applicazione della 231 del 2007, ne è la plastica rappresentazione. Si avvierà una collaborazione con Epam per approfondire questi argomenti, meglio definire gli indicatori, implementando lo sforzo già compiuto in tal senso.