Umberto Postiglione, Direttore dell'Agenzia
Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e
confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) dal 13 giugno di quest’anno, ha parlato molto chiaro. Tre ore di seduta congiunta di
Commissioni Antimafia di Comune e Regione Lombardia, molto intense, ricche di
spunti e di elementi su cui riflettere.
1. Aggiornamento
banca dati nazionale
A dicembre 2012 è scaduta la convenzione tra demanio e
Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati.
Attualmente non abbiamo contezza del numero dei beni
confiscati presenti sul territorio nazionale. Non abbiamo il valore e quali di
questi beni siano occupati, da ristrutturare, quali ipoteche gravino su di essi.
I dati pubblicati sono aggiornati al 7 gennaio 2013. Tramite
la banca dati del Sippi i dati, nella relazione della Commissione Parlamentare
Antimafia, sono aggiornati al settembre 2013.
Ora, proprio grazie ai dati del Sippi, e tramite il finanziamento
europeo Regio, i dati anche di Anbsc sono in fase di aggiornamento e
attualizzazione.
“Stiamo travasando i dati”. Ci ha comunicato Postiglione.
Che però ha anche dichiarato di non volerli pubblicare sul sito perché, secondo
lui, risultano di difficile comprensione. Li offrirà direttamente a regioni e Enti
Locali.
Ora bisogna capire come fare con il Demanio e come fare per
avere i faldoni dei beni che per 15 anni proprio il Demanio ha gestito. Non ci
sono risorse per digitalizzarli.
2. Il Consiglio
Direttivo non esiste ancora. I ritardi della politica. Il Direttore
dell’Agenzia a tutt’oggi procede a destinare i beni salvo rettifica. In realtà
dovrebbe essere il Consiglio Direttivo a procedere, ma, in sua assenza e non si
capisce cosa il Governo stia aspettando, Postiglione si assume questa
responsabilità.
3. Beni occupati Postiglione si è difeso dalle dichiarazioni di
Roberti procuratore Nazionale Antimafia che durante Contromafie a Roma aveva
criticato l’Anbsc perché tanti beni, facendo riferimento soprattutto al
Piemonte, risultano ancora occupati dai famigliari del prevenuto. Postiglione ci ha tenuto a chiarire
che è il magistrato in sede di sequestro o di confisca definitiva che decide e può
lasciare il prevenuto o i suoi famigliari nel bene. L’Anbsc non può fare nulla se
non coinvolgere il Prefetto per lo sgombero. Non ha autonomia. E spesso, proprio
perché beni di mafiosi, lo sgombero risulta molto più complicato e a rischio di
altri.
Dobbiamo comunque sapere che la confisca non è mai
definitiva. Con l’incidente di esecuzione si può far ritornare tutto indietro
di anni. Esempi in proposito ci sono…
4. Aziende
confiscate. Sessanta sono le aziende
confiscate rimaste attive su 1708
confiscate da quando è in vigore la legge.
I dati non sono però precisi, come ci dice Ilaria Ramoni,
Amministratrice giudiziaria, ex coordinatrice Libera Milano. L’azienda
giuridicamente non è la società. Azienda è l’insieme dei mezzi e delle risorse.
Le società è un’altra cosa. Spesso possono essere sequestrate anche solamente le
quote sociali oppure società che gestiscono servizi senza possedere alcunché.
Gli stessi dipendenti potrebbero essere legati al prevenuto. Ho richiesto che
l’Anbsc pulisca i dati, oltre ad aggiornarli, per offrire una lettura dei
fenomeni più attinente alla realtà e, forse, anche meno allarmistica.
Postiglione ha ricordato che sono 1200 gli occupati nelle aziende sequestrate e confiscate, di cui300 in continente e 900 in Sicilia di cui 250 dipendenti del Gruppo Gricoli catene di supermercati legati a Matteo Messina Denaro.
Postiglione ha ricordato che sono 1200 gli occupati nelle aziende sequestrate e confiscate, di cui
Postiglione ha fatto due proposte di grande valore, proprio
per mitigare al massimo questo fenomeno. Da un lato nella fase di indagine
raccogliere indicatori sull’azienda che possano evidenziare se può sopravvivere
e presso la Corte d’appello costituire gruppo di consulenti del magistrato con
specifiche professionali anche gestionali economiche. Già avevamo rilanciato
l’idea che dal giorno dopo il sequestro, non solo l’Amministratore giudiziario,
ma anche il manager si adoperasse per intervenire efficacemente e proseguire la
produzione.
5. La sede di Milano verrà
irrobustita a breve. Il Prefetto ci ha tenuto a dire, su mia specifica
domanda, che si stanno facendo selezioni e, già nei prossimi mesi, la sede di Milano tornerà al
numero di operatori ottimale.
6. Messa a reddito
dei beni a spiccata vocazione commerciale e non solo. Non è ancora chiara quale interpretazione
si deve dare al comma dell’articolo 48 comma 3: i beni non assegnati possono
essere utilizzati dagli enti territoriali per finalità di lucro e i relativi
proventi devono essere reimpiegati esclusivamente per finalità sociali. Ho
chiesto se sia possibile, e Milano è pronta, pensare di mettere a reddito beni
immobili che di per sé ma hanno spiccata vocazione commerciale. Negozi,
pizzerie, ristoranti, alberghi, motel, autosilo, anche se non abbiamo provato a metterli a bando, assegnandoli gratuitamente, al no-profit.
Il canone di utilizzo di questi bene sarebbe poi utilizzato a scopi sociali. Si potrebbero avere pizzerie convenzionate con l'Amministrazione che pagano regolare affitto e magari ospitano eventi, presentazioni di libri e il canone destinarlo al finanziamento del sostegno al reddito per le nuove e vecchie povertà.
Si può fare per il Direttore. Postiglione e ha richiamato
l’esempio di Palermo con l’assegnazione di 28 alloggi. Ora si vuole costituire un
Fondo immobiliare che generi profitto da destinare alla ristrutturazione delle
case di edilizia residenziale pubblica e crei anche quel mix abitativo tanto
perseguito in diverse città italiane.