Intervista
a cura di Giuzzi Cesare
Corriere della Sera
3 novembre 2014
Gentili, nel Pd si parla molto di antimafia, ma poi?
«Vorrei che si facesse un'analisi seria di quanto accaduto e di chi ha permesso che ciò accadesse. Per superficialità, per convenienza, per codardia...».
L'ex assessore Oliverio, il consigliere lecchese Palermo, l'ex sindaco di Trezzan, o Butturini, l'ex revisore dei conti del Pd Marando, e infine Addisi. A sinistra sono mancati gli anticorpi?
«Ci vuole attenzione massima alle prossime amministrative. Il Pd è dato per vincente in diversi territori. Servono trasparenza, rigore, selezione approfondita e condivisa delle candidature».
Tutte cose che sono mancate in questi anni?
«Addisi ha lavorato dal 2009 alla Milano-Serravalle, è stato nel Cda di Cap Holding, ex coordinatore cittadino di Forza Italia, è passato all'Udeur per poi finire al Pd nel 2009. Sua moglie Tina Corsaro è la sorella di Rosaria, moglie di Antonio Oliverio, ex assessore della giunta Penati. Tina e Rosaria sono le nipoti dei fratelli Mancuso tutti con precedenti di polizia per associazione mafiosa».
Oliverio è stato assolto.
«Sì, ma il suo nome è finito nelle carte di tre diversi processi. Addisi come Oliverio viene dall'Udeur, così come Ernesto Palermo».
Il caso di Marando è stato archiviato, così come l'indagine sull'ex assessore Bruna Brembilla.
«Ma Pasquale Marando ha avuto la sorveglianza speciale di 3 anni e 6 mesi. Nel decreto si legge: al fine di effettuare un efficace controllo e di prevenire la ripresa dei contatti con il mondo criminale di appartenenza».
Che tipo di rapporti?
«Marando è stato contattato per recuperare i voti dei calabresi di Buccinasco per le elezioni del 2007. Avrebbe dovuto convincerli a non votare per il centrodestra ma per il centrosinistra».
Come uscire da questa situazione?
«Chiederò ora un approfondimento di eventuali responsabilità nel partito per quanto accaduto, di verificare se ci siano altri casi da affrontare con la massima emergenza. Questo fa la differenza tra il Pd e gli altri partiti. Noi si reagisce, ci si confronta, ci si scontra, ma non si sta zitti».