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29 marzo 2015

Parte dal Pd milanese una sfida di trasparenza e rigore

Un risultato importante di cui il Partito e l'Area Legalità del Pd, che ha sviluppato un lavoro enorme, propedeutico alla votazione in Direzione, devono essere assolutamente fieri. Una sfida all'antipolitica. Una sfida agli altri partiti già dalle prossime amministrative. Una rivoluzione sul tema della trasparenza dei finanziamenti alla campagna elettorale dei candidati, che offriamo al dibattito cittadino e nazionale.

Da Omnimilano-PD, DIREZIONE METROPOLITANA APPROVA NORME TRASPARENZA PER CANDIDATI
(OMNIMILANO) Milano, 25 MAR - La Direzione del Partito Democratico Città Metropolitana di Milano ha approvato il documento che contiene le nuove norme sulla trasparenza e la legalità che dovrà essere sottoscritto da tutti i candidati del PD pronti a candidarsi alle prossime elezioni amministrative 2015. I candidati si impegneranno a contenere i costi della campagna elettorale e a rendicontare tutti i finanziamenti superiori a 100 euro. Viene inoltre proibito il finanziamento o il sostegno da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi che abbiano, nei cinque anni precedenti, ottenuto provvedimenti per i quali il candidato, se amministratore uscente, abbia svolto una funzione decisionale o istruttoria. Ogni candidato si impegna poi a non ricevere finanziamenti, diretti o indiretti, e altre forme di sostegno da associazioni, fondazioni, centri studio e altri enti che non rendano pubblici tutti i finanziamenti ricevuti. Infine, tutti i candidati dovranno presentare una dichiarazione relativa a reddito, incarichi, potenziali conflitti di interesse, carichi pendenti e/o condanne passate in giudicato, rinvii a giudizio, coinvolgimento, anche non a titolo di indagato, in indagini o procedimenti penali. A vigilare sul rispetto delle norme saranno i garanti dell'Area Metropolitana, che adotteranno le misure necessarie all'applicazione dell'Atto, arrivando, nei casi più gravi laddove ve ne fossero, anche alla sospensione o all'espulsione dal Partito.

Ho provato a far passare anche il principio che per alcuni reati, in particolare corruzione e concussione, venisse previsto l'automatismo dell'incandidabilità in caso di rinvio a giudizio. Un automatismo già previsto dal Codice etico del Pd approvato dall'Assemblea Costituente il 16 febbraio 2008, per reati di mafia, di criminalità organizzata o contro la libertà personale e la personalità individuale; per un delitto per cui sia previsto l'arresto obbligatorio in flagranza; per sfruttamento della prostituzione; per omicidio colposo derivante dall'inosservanza della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Non è prevista invece l'incandidabilità né il reato di corruzione, né concussione, peculato o tubativa d'asta. Ho proposto un emendamento in questo senso che purtroppo è stato bocciato dall'assemblea, con il parere contrario della segreteria. Capisco se l'imputato è già stato eletto, le perplessità legate a costringere una persona a dimettersi nel caso di rinvio a giudizio. Capisco, ma non condivido. Capisco ancora meno l'esigenza di poter candidare persone già rinviate a giudizio, che, una volta elette, devono cominciare a difendersi nell'aula di un Tribunale per gravi reati legati all'amministrazione pubblica. Io stesso ho sottoscritto la Carta di Avviso Pubblico che, in riferimento a questi temi, è estremamente chiara e rigorosa, a tutela proprio dell'Istituzione in cui si è stati eletti e che si rappresenta.