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7 maggio 2015

Giuseppe Napoli, sindaco di Fino Mornasco, si dimetta!

"Il timore degli uomini del clan ha condizionato le mie scelte". Lo dice davanti ai magistrati, Giuseppe Napoli, attuale Sindaco di Fino Mornasco. Lo fa in riferimento ad un'ordinanza che anticipava la chiusura dei locali di Fino dopo le polemiche dei cittadini. Incalzato ammette: "Ho deciso di emettere una seconda ordinanza (che posticipa gli effetti della prima NdR) per paura". 
Ho dovuto anche assistere ad un suo intervento, non previsto (non sarei andato), ad un'iniziativa a Como alla presenza di Alessandra Dolci sostituto in Dda. Come si è permesso di non ripetere le stesse parole, allora, pubblicamente? 

Nella sua intervista, pubblicata su La Provincia, il giorno successivo, Napoli dice che la scelta fu presa "per non rischiare ricorsi ...". Napoli ci spiega che i gestori del bar (il Da Vinci), la cui proprietà è riconducibile ad un uomo condannato per mafia, avevano garantito di non fare ricorso a fronte di una concessione: il rinvio. Poi dice, a precisa domanda, "In quel momento si, sono stato condizionato. Ma poi l'ordinanza non è stata fatta per paura". E qui si capisce poco. Napoli non smentisce le sue dichiarazioni fatte ai Ros, pubblicate alcuni giorni prima. Non può farlo. Sono scritte in un verbale nero su bianco. Ci dice che l'ordinanza non è stata fatta per paura: lo sapevamo, infatti danneggiava anche il proprietario del Da Vinci. Ma dopo la visita dei gestori in Comune, come conferma lo stesso Napoli, l'ordinanza perde efficacia immediata. 
Ma quale scelta è quindi condizionata? Ovviamente la seconda. L'ultima. Quella che ha depotenziato l'effetto. 
La paura è legittima. Non è accettabile che le scelte di un Sindaco siano condizionate e quindi, dettate dalla paura. Pieno rispetto per un Sindaco che si dimette perché la paura per sé e per i suoi famigliari è insopportabile. Se invece si lascia condizionare dalla paura, e questo emerge pubblicamente, si dimetta ugualmente. In caso contrario il Prefetto nomini la commissione d’accesso per l'indagine ispettiva per valutare l'ipotesi di scioglimento del Comune.