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1 luglio 2015

A tutela delle cooperative sane

Venerdì 26 giugno si è tenuta la seduta della Commissione congiunta Antimafia e Politiche del Lavoro, durante la quale è stata presentata la proposta di legge di iniziativa popolare per mettere fuori gioco le false cooperative, depositata dall’Alleanza delle Cooperative Italiane (ACI) in Corte Suprema di Cassazione il 16 aprile e il Protocollo per la legalità firmato tra l’Alleanza delle Cooperative Italiane ed il Ministero degli Interni. A rappresentare ACI, Attilio Dadda Coordinatore del Dipartimento Multiservizi Legacoop Lombardia.
Dalla relazione e dal dibattito successivo sono emersi alcuni temi che ho posto all’attenzione del Consiglio e della Segreteria generale, visto che potrebbero divenire strumenti, antidoti validi proprio per aiutare e sostenere le cooperative sane a contrastare la concorrenza sleale dovuta al riciclaggio collegato ad interessi mafiosi e al cosiddetto pendolarismo evasivo (caricare di debiti cooperative appartenenti ad un consorzio, affidarle a prestanome e farle fallire).
Le proposte sono almeno quattro. 
Inserire nel Patto di integrità o comunque nel bando di gara l’obbligo per le cooperative di depositare periodicamente l’uniemens Inps individuale (documento da cui si rilevano i versamenti contributivi  per ogni singolo lavoratore), così come Sogemi ha previsto ed è in procinto di implementare. Il documento a disposizione della Stazione Appaltante potrebbe così venire utilizzato, comparandolo con i dati provenienti dall’uso di manodopera per lo svolgimento del servizio, nel momento in cui emergessero segnali o criticità nel suo svolgimento.
Un secondo elemento, che si desume dal testo della legge d'iniziativa popolare, è quello relativo alla revisione a cui le cooperative sono sottoposte ogni due anni. Ai propri iscritti l'attestato lo possono rilasciare Legacoop o Confcooperative. Qualora la coop non sia iscritta ai consorzi autorizzati è il Ministero che rilascia l’attestato di revisione. Purtroppo le certificazioni ministeriali sono troppo poche e le cooperative iscritte ai consorzi, nell'area metropolitana milanese, sono solamente il 35%. 
Sarebbe bene inserire nei Patti di Integrità o comunque nel bando di gara l’obbligo di deposito dell’ultimo attestato di revisione o certificato di revisione di cui al D.Lgs. n. 220/2002, o, in mancanza di questi, una dichiarazione, sottoscritta dal presidente dell'ente medesimo e, per asseverazione, dall’organo di controllo o da un revisore contabile esterno, scelto fra i soggetti iscritti nel registro dei revisori legali dei conti. Si potrebbe anche immaginare di chiedere l’autocertificazione di cui all’art. 6 del medesimo decreto a cui però dovrà seguire, entro alcuni mesi dalla presentazione della autocertificazione, copia dell’attestazione di revisione o certificato di revisione.
In caso di inadempienza per quanto prescritto, sia per le certificazioni, sia per l'uniemens individuale, deve essere prevista l’escussione della fideiussione o di parte di essa o la chiusura del contratto in essere, salvaguardando l’occupazione attraverso la presenza di clausole sociali.
Sarebbe inoltre opportuno valutare la possibilità che in sede di gara venga individuato un punteggio migliorativo, per le cooperative che abbiano sottoscritto il protocollo siglato il 14 novembre 2013 tra il Ministero dell’Interno e Aci (Alleanza delle Cooperative Italiane) e comunque insistere che il protocollo sia inserito tra le caratteristiche premianti in merito al conseguimento del rating di legalità.
Ed infine sarà mia premura avviare una collaborazione con Aci, per implementare la definizione degli indicatori di anomalia già definiti nel Tavolo di Lavoro costituito con Anci Lombardia, alcuni comuni lombardi (Corsico, Villasanta, Pavia, Brescia), il nucleo di supporto alla Procura di Banca d’Italia e l'Unità di Informazione Finanziaria (UIF). 
Ciò permetterebbe di migliorare la qualità e la quantità delle segnalazioni di operazioni sospette che il Comune invia periodicamente alla UIF, coinvolgendo un settore imprenditoriale, quello cooperativo, coinvolto, come altri, da pesanti investimenti di tipo mafioso.