Nel prepararmi ad un dibattito sul processo in corso in questi mesi a Palermo, sulla trattativa tra uomini e apparati deviati dello Stato e Cosa Nostra, sono andato a cercare dove fosse l'ufficio di Marcello Dell'Utri e a quanti metri fosse distante, in linea d'aria, dal Padiglione d'Arte Contemporanea.
Mi sono imbattuto nel sito della Biblioteca di via Senato ho notato, senza stupirmi, che Marcello Dell'Utri è ancora presidente della fondazione che gestisce la biblioteca.
D'altro canto, nello Statuto della Fondazione, fondata nel 1999, all'articolo 1 si legge: Su iniziativa del Dott. (testuale NdR) Marcello Dell’Utri è costituita la “Fondazione Biblioteca di via Senato” con sede in Milano, ecc... Sono rimasto invece letteralmente sconcertato dal fior fior di aziende che sponsorizzano la Fondazione e fanno bella mostra di sé al fianco del tamburino della rivista che pone il nome di Dell'Utri in bella evidenza. Parrebbe proprio una sfida. Ma come viene in mente di sostenere la rivista mensile della biblioteca di via senato? Chi lo ha deciso non ha avuto nessuno scrupolo a sostenere un'iniziativa, seppur lodevole, cosi fortemente legata a un condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma i clienti di Tre, Sammontana, Averna, Campari, Bonduelle, Ricola, Giochi Preziosi, Scotti, Imetec, Perfetti, Fiat, Medusa, Novi, per dirne alcuni, sanno di questa scelta? Una volta saputo avranno qualcosa da dire o da chiedere oppure proseguirà tutto come prima e acquisteranno, come se nulla fosse, i prodotti di queste aziende? Per me no. Da ieri faccio il possibile per evitarli.