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22 luglio 2015

Un ringraziamento alla DDA di Reggio Calabria. Permane l'urgenza di una normativa che combatta efficacemente il riciclaggio nel gioco d'azzardo

Gli arresti di oggi richiamano ancora con urgenza il tema del riciclaggio e della presenza mafiosa nel mondo delle scommesse.
Attività, in apparenza legali, che da Malta si diramavano attraverso una rete di 1500 agenzie giochi e scommesse e Ctd (Centri Trasmissione Dati), distribuiti su tutto il territorio nazionale. Un sistema che, per anni ha consentito, oltre che di evadere il fisco italiano, anche di riciclare ingenti quantità di denaro sporco.
Viene ancora una volta minata la credibilità del teorema che il gioco d'azzardo legale abbia danneggiato drasticamente quello illegale. I due aspetti si concatenano tra di loro e si autoalimentano, rafforzati dalla capacità intimidatrice propria del mafioso, che impone contratti, acquisizione di luoghi e società.
Oltre ai complimenti ai magistrati della DDA di Reggio Calabria e alle forze dell'ordine per le indagini e per gli arresti di oggi, bisogna ricordare che permane, l'urgenza di mettere mano alla legislazione nazionale, ponendo un freno alla diffusione del gioco d'azzardo e contrastando sempre più efficacemente il riciclaggio.
La normativa deve imporre l'obbligo dell'informativa antimafia per tutte le aziende che a vario titolo appartengono alla filiera del gioco d'azzardo, considerandola attività ad alto rischio. Bisogna altresì vietare la presenza di aziende anche indirettamente, collegate a società fiduciarie, trust o fondi di investimento che non dichiarino l'identità del titolare effettivo.