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14 ottobre 2016

L'economia sommersa e illegale vale 211 miliardi. In crescita. Una buona notizia... per il PIL italiano

Come ogni anno l'Istat pubblica il report sull'economia non osservata. Dal 2014 il Sistema europeo dei conti nazionali (Sec), ha deciso di inserire nel PIL «una stima nei conti delle attività illegali: «traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)».
Sin dal governo Craxi, è bene ricordare, nel Pil era già inserito il sommerso economico, connesso al fenomeno della frode fiscale e contributiva. Dai dati prodotti da Istat Tra il 2011 e il 2014 il peso sul PIL dell'economia sommersa e illegale è salito dal 12,4% al 13%. Duecentoundici (211) miliardi.
Per il 47% frutto dell'evasione fiscale. Per il 36,5% dal lavoro irregolare (in crescita di due punti in un anno). Per l'8% dalle attività illegali (pari a 16 miliardi e mezzo e in crescita anch'esso di 340 milioni di euro). Manca l'estorsione, l'usura, il gioco d'azzardo illegale, la contraffazione, il traffico d'armi.

Il traffico di stupefacenti continua a rappresentare l’attività più rilevante all’interno del settore illegale, con un valore aggiunto che nel 2014 si attesta a 11,6 miliardi di euro (poco meno del 75% del valore complessivo delle attività illegali) e un ammontare di consumi delle famiglie pari a 14,2 miliardi di euro. I servizi di prostituzione realizzano un valore aggiunto pari a 3,7 miliardi di euro (poco meno del 25% dell’insieme delle attività illegali) e consumi per 4,1 miliardi di euro. Il valore aggiunto generato dalle attività di contrabbando di sigarette è pari a circa 0,3 miliardi di euro, sostanzialmente invariato fra il 2013 e il 2014. L’indotto connesso alle attività illegali, principalmente riferibile al settore dei trasporti e del magazzinaggio, si è mantenuto costante, con un valore aggiunto di 1,3 miliardi di euro.
Che tristezza. Più ci si droga più aumenta il PIL. Più si fa lavoro nero più aumenta il PIL. Potevano almeno inserire solo le droghe leggere.