Una lunga catena societaria porta alle Cayman e al Delaware. Due paradisi fiscali nei quali l’hedge fund Elliott custodisce in due distinte società la proprietà del Milan: due terzi la prima, il resto alla seconda. Così emerge in una brillante inchiesta di Mario Gerevini del Corriere della Sera. Nelle Cayman finisce anche Lion Rock Capital di Daniel Tseung, il 47 enne cinese che ha acquistato il 31% da Erik Thohir, il non compianto presidente dell'Inter. Nel pallone l'opacità regna sovrana. Solo Suning pare reale. Peccato che abbiamo una concessione in essere con le due societa calcistiche milanesi.
Su la Repubblica, Alessia Gallione, racconta dei fondi esteri all'assalto della Milano Immobiliare. Due stipulano una convenzione urbanistica: per Porta Vittoria il fondo York. in zona Bisceglie il fondo Varde.
Investimenti importanti. Utili per il futuro della città (non tutti). Investimenti che devono essere trasparenti. I titolari effettivi, i reali beneficiari, devono essere dichiarati. Milano non può permettersi di stipulare accordi con chi la sua identità non la vuole dichiarare.
Scrive Gerevini: "l'eventuale plusvalenza per la
Rossoneri Sport Investment, sede in Lussemburgo, proprietaria del Milan arriverà nei due fondi speculativi in due paradisi fiscali. Il primo: Elliott International
ter L.P., ha asset per un valore lordo di 51,9 miliardi di dollari, secondo un
documento consegnato alla Sec nel
luglio 2018. Quello del Delaware, Elliott
Associates, ha asset per 22 miliardi. Se
quęste sono le proporzioni, i due terzi
della proprietà del Milan fa capo all'hedge fund delle Cayman che ha circa 700 investitori prevalentemente istituzionali (taglio minimo d'ingresso 5 milionid
dollari)..... L'altro terzo di Milan è in Delaware dove il Fond
Elliott Associates «conta» 710 grandi investitori".