“L’evasione è la prima emergenza criminale di questo Paese”, lo ha ricordato Francesco Greco, per anni a
capo del pool di Milano sui
reati tributari ora Procuratore Capo alla festa de Il Fatto alla Versiliana, “perché ogni
anno l’Italia ha un tax gap (la
differenza tra le imposte da incassare e quelle realmente incassate) che oscilla tra i 110 e i 140
miliardi, ovvero quattro o
cinque Finanziarie. Per questo la politica dovrebbe dare
un segnale forte sulla lotta
all'evasione fiscale. In Svizzera ci sono 200 miliardi di
euro nelle cassette di sicurezza che si possono recuperare. Tutti italiani evasori”.
Greco ha anche criticato alcuni suoi colleghi che “per
un problema culturale” ritengono i reati di evasione fiscale meno “dignitosi” di altri e così “molto spesso lasciano i fascicoli nei cassetti e
poi questi inevitabilmente
cadono in prescrizione”
“Nelle banche
dati – dice Greco – ormai abbiamo tutti i conti correnti degli italiani, anche quelli esteri in oltre 100 Paesi, inclusi i paradisi
fiscali. E i nostri investigatori sono fra i migliori al mondo. Mancano le norme per consentire loro di andare fino in fondo”.
Greco mette nel mirino le
grandi aziende della moda e
dei big data: “Esiste un
problema giuridico enorme
rispetto a queste grandi imprese che fanno profitti in Italia ma pagano le tasse all’estero – ha continuato il procuratore di Milano, quando apriamo le verifiche fiscali e il procedimento penale nei loro confronti,
gli avvocati si presentano e
pagano tutto e subito”.
Da ricordare che nell'accordo programmatico per il
nuovo governo, consegnato l'altra
sera al premier incaricato Giuseppe
Conte torna sulla web tax, subito bocciata nel 2013 è presente nelle due ultime leggi di bilancio, ma non è mai decollata per mancanza dei decreti attuativi.
La struttura della digital tax attualmente e solo virtualmente in vigore, ricorda Il Sole 24 Ore, è molto simile al modello francese si applica in percentuale sui ricavi. Le soglie per l'accesso sono un
fatturato globale di almeno 750 milioni di euro, di cui almeno 5,5 realizzati sul territorio italiano per
«prestazione di servizi digitali».
Attualmente in Europa una tassa simile è presente in Francia, Spagna, Germania (idem) e Gran Bretagna (2% sui ricavi).
La normativa francese riguarda i cosiddetti "Gafa" (Google,
Amazon, Facebook e Apple) ma di
fatto colpisce una trentina di giganti internet del mondo (tra cui Alibaba, Airbnb, Booking, Zalando, Ebay,
Twitter, Axel Springer) ed è attesa
a un gettito di 400 milioni per il
2019 e 650 milioni nel 2020.