Sono passati solo 3 anni. E' passato tantissimo tempo.
La fase che si sta aprendo proprio in queste ore di confronto serrato in Consiglio europeo è fondamentale per questo paese e non solo. Dobbiamo innanzitutto fare in modo che quanto accaduto quest'anno cambi radicalmente la qualità della vita di noi tutti, cittadini europei che combattono per i diritti globali. Siano messe a terra alcune convinzioni che molti nostri concittadini hanno maturato durante questo periodo emergenziale: il primato della politica, la certezza per tutti che le politiche pubbliche universali per la salute il sostegno al reddito e l'istruzione siano fondamentali; l'importanza dell'intervento pubblico per sostenere alcuni asset fondamentali industriali del paese, l'orizzonte Europa, città-continente delle democrazie evolute, dei diritti e del welfare, che faticosamente lavora per superare gli interessi parziali nazionali e intraprende la strada della vera unione politica.
Sono sempre più convinto che il Partito Democratico, fallito per tanti diversi motivi il progetto in cui ho creduto tre anni fa, modificato più volte il panorama politico italiano, sia un luogo politico democratico strutturato fondamentale per la democrazia italiana che, già dalla campagna per le primarie del 2019, eletto Zingaretti segretario, è entrato in una nuova fase della sua esistenza.
Una fase di apertura e cambiamento rappresentata prima da Piazza Grande e poi dalle liste aperte alle elezioni Europee. Una nuova fase che interrompe l'idea del segretario-premier. Chiama al confronto, alla mediazione e alla sintesi, nella piena consapevolezza della responsabilità che dobbiamo assumerci. Oggi.
Un luogo politico in cui è utile investire, tempo energie e passione. Soprattutto oggi.
Ringrazio Anita, Emmanuel, Enrico, Paolo. Compagni di viaggio eccezionali. Con Natascia che condivide con me questa decisione.
Ho già espresso a loro i motivi politici che mi hanno portato a questa scelta e il mio personale riconoscimento per l'arricchimento che il confronto con loro ha prodotto, la libertà di cui ho goduto e l'affetto che ho sentito e spero restituito.