Oramai alla firma il Protocollo operativo antitratta. Voluto particolarmente dal Tribunale di Milano dalla Dda e che vede il Comune di Milano tra i protagonisti. Non è un patto. Si avvicina di più ad un manuale di istruzioni. Mira a creare un dialogo permanente multiagenzia, definendo procedure condivise e conosciute da più operatori possibili. Dal magistrato al poliziotto locale del piccolo comune della cintura.
Un grande strumento ripreso da Catania e adattato alle dimensioni e alla complessità Milanese.
Il testo non è ancora pubblico. I contenuti sono stati presentati, oggi pomeriggio, durante la seduta congiunta Antimafia- Pari Opportunità-Sicurezza.
Presenti Adriano Scudieri - Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano; Olivia Condino - Magistrato Sezione Specializzata per l'Immigrazione, Miriam Pasqui - Responsabile Unità Diritti e Grave Emarginazione; Sara Virzì - Cooperativa LULE Progetto "Mettiamo le Ali"; Tiziana Bianchini - Cooperativa Lotta contro l'Emarginazione "Derive & Approdi".
Rete costituita per lo scambio di informazioni che non hanno il profilo della denuncia ma che rappresentano inneschi possibili delle indagini. Per potenziare le relazioni tra operatori per risolvere problemi di più svariata natura. Uno strumento che mira a facilitare il riconoscimento e la segnalazione della potenziale vittima di tratta.
Rete costituita per lo scambio di informazioni che non hanno il profilo della denuncia ma che rappresentano inneschi possibili delle indagini. Per potenziare le relazioni tra operatori per risolvere problemi di più svariata natura. Uno strumento che mira a facilitare il riconoscimento e la segnalazione della potenziale vittima di tratta.
Al centro anche il grande interrogativo legato alla presenza della mafia Nigeriana, provata a Torino e a Brescia, ma non a Milano. E al ruolo delle associazioni criminali (mafia) di origine cinese. Mente purtroppo consolidata, la presenza e la forza della criminalità organizzata albanese in Lombardia nel traffico di droga e nello sfruttamento della prostituzione.
Mancano purtroppo le denunce. L'omertà regna. Le intimidazioni fortissime. Le indagini purtroppo partono tardi. In diverse occasioni le denunce vengono fatte quando le presunte vittime si sono trasferite fuori dall'Italia spesso in Germania o Austria. Nell'ambito delle procedure per il riconoscimento del permesso di soggiorno. Ma oramai le informazioni giungono tardi e gli aguzini hanno cambiato casa o indirizzo telefonico.