Marco Patuano è presidente di A2A e anche presidente di Daphne 3. La prima la conosciamo. Il Comune di Milano è socio per il 25%. Il Comune di Brescia per un altro 25% il resto è collocato sul mercato azionario. La seconda è meno conosciuta. E' una società costituita dal Fondo Ardian e da TIM, e detiene il 30% di Infrastrutture Wireless Italiane (INWIT).
L'accordo che ha portato all’acquisto da parte di Ardian del 49% di Daphne 3 è dell'ottobre 2020. I rapporti tra TIM (che conserva il controllo della holding) e il consorzio guidato da Ardian sono disciplinati da un patto parasociale, il cui contenuto è già stato oggetto di comunicazione al mercato lo scorso 29 giugno e di cui io non sono a conoscenza.
Il presunto conflitto di interesse nasce nel momento in cui vengono firmati gli accordi con il fondo Ardian per la costituzione della newco con A2A. La firma del term-sheet non vincolante, del giugno scorso, che stabilisce i termini principali di una partnership nella generazione e fornitura di energia in Italia, seguirebbe gli accordi tra A2A e Ardian firmati nel novembre 2020.
Marco Patuano ha ritenuto di astenersi dal voto in Cda sull'accordo con Ardian. Immagino, ritenendo vi fosse almeno il rischio che qualcuno individuasse un'ipotesi di conflitto di interesse e, penso, sulla scorta del parere legale da lui stesso ha citato il 7 luglio scorso durante una seduta di commissioni consiliari congiunte Mobilità e Controllo Partecipate,
A mia specifica domanda, se ritenesse utile astenersi da ogni prossima votazione o discussione sulla new co costituita con Ardian, proprio per il doppio incarico, che, suppongo è alla base della sua astensione, il Presidente Patuano mi ha scritto che: "La risposta alla sua domanda è che no, non mi asterrò dal partecipare alle riunioni in quanto già l’astensione dal voto è considerata misura “sovrabbondante” rispetto al caso".
Ho provato a richiedere il parere legale per farmi idea più precisa. L'ho chiesto a Patuano già il 7 luglio e il 24 luglio scorso. L'ho richiesto il 6 settembre scorso, all'organismo di vigilanza 231/2001 (OdV) di A2A. Mi ha risposto Patuano che era in cc: "Purtroppo – a giudizio del nostro ufficio legale - il parere è di un documento interno richiesto dal CDA e trasmesso a quest’ultimo. Rappresenta, pertanto, un elemento confidenziale e non pubblico, caratteristico di comunicazioni sociali riservate ai Consiglieri e come tali non condivisibili con terzi. Sarò peraltro ben lieto di condividerlo con l’Organismo di Vigilanza e con l’Internal Audit per le verifiche che gli stessi possano considerare rilevanti in modo che Lei possa ricevere una risposta da un soggetto terzo e indipendente quale – per l’appunto – l’organismo di vigilanza".
Non ho mancato di manifestare ai membri OdV, l'avvocato Padovani e il dottor D'Ambrosio, le mie perplessità, ritenendo anche che il conflitto di interesse non si esprime unicamente nel momento del voto, ma in qualsiasi momento si prendono decisioni o si svolgono attività per le quali e nelle quali, come viene scritto nel Codice etico di A2A, si possa "manifestare un conflitto con gli interessi del Gruppo o che possano interferire con la capacità di assumere, in modo imparziale decisioni, nel migliore interesse dell’impresa e nel pieno rispetto dei principi e dei contenuti del Codice".
Ora attendo una risposta. Il tema è importante. Il caso può essere da riferimento per altre situazioni simili e, secondo me, va trattato, così, con grande trasparenza e schiettezza.
Mi auguro tutti possano essere d'accordo.