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13 febbraio 2022

Protocollo di legalità Ministero dell'Interno-ANCE: voto 8!

Presentato nella seduta del'11 febbraio della Commissione Antimafia del Comune di Milano, presieduta da Rosario Pantaleo, il protocollo sottoscritto il 4 agosto 2021 dal Ministero dell'Interno e da ANCE, l'Associazione Nazionale Costruttori Edili.

Il Protocollo, come ha sottolineato Regina De Albertis presidente di Ance, "... mira a rafforzare la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nei rapporti fra privati, nei contratti tra le imprese associate e la loro filiera, fornitori e subappaltatori, elevando il livello di attenzione sulle attività maggiormente esposte al rischio di infiltrazione mafiosa". E quindi: trasporto terra; smaltimento rifiuti; guardiania; noli a caldo e noli a freddo. 

La presidente è stata accompagnata da Gloria Domenghini, Direttore Generale, e dal Vice Direttore Generale, Nicoletta Fayer. 

"Questo è il primo protocollo ad essere concluso a seguito dell’introduzione nel Codice Antimafia (per effetto dell’art. 3 del D.L. n. 76/2020 «Decreto semplificazioni») dell’art. 83 bis, che ha previsto l’estensione delle verifiche antimafia anche su richiesta dei privati".

Ora anche i privati, che sottoscriveranno il testo, potranno, tramite le Associazioni Territoriali dell’ANCE, consultare la Banca Dati Nazionale Unica Antimafia (BDNA), Fino a ora solo le pubbliche amministrazioni, gli enti e le aziende partecipate, i concessionari di lavori o di servizi pubblici, potevano accedervi e ottenere la documentazione antimafia.

Gli obblighi delle aziende sono di fatto due e li possiamo considerare di grandissimo rilievo:

  1. stipulare contratti e subcontratti aventi ad oggetto attività «a rischio» solo con soggetti iscritti in white list, o  in caso di mancata iscrizione, previa verifica della documentazione antimafia liberatoria acquisita dalla BDNA (Banca Dati nazionale Unica per la documentazione Antimafia)
  2. inserire nei contratti con fornitori/subappaltatori che svolgono attività «a rischio» apposite clausole risolutive, con obbligo di recesso in caso di interdittiva successiva alla stipulazione del contratto

Obblighi che garantirebbero, per quelle categorie di lavorazione più esposte, che i contratti tra privati siano esenti da infiltrazioni mafiose o comunque certificati dalle Prefetture competenti. 

Un'attenzione di grandissima utilità per l'immagine dell'intera città o della nazione, nel momento fosse adottata anche da chi sta lavorando, oramai da qualche mese, per le bonifiche a Santa Giulia e a Porta Romana aree che ospiteranno il palaghiaccio e il villaggio olimpico per le olimpiadi invernali del 2026.

Tra l'altro, al comma 3 dell'articolo 83 bis del Codice Antimafia si prescrive che: Le stazioni appaltanti prevedono negli avvisi, bandi di gara o lettere di invito che il mancato rispetto dei protocolli di legalità costituisce causa di esclusione dalla gara o di risoluzione del contratto.

Quindi per sostenere l'adesione al protocollo escludiamo dai bandi chi non aderisce