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30 aprile 2022

Olimpiadi 2026: non c'è altro tempo da perdere! Una soluzione a portata di mano c'è.

“Quindi diciamo che già si è perso tempo…, i lavori di bonifica sono già in parte operati e non c'è altro tempo da perdere. Il messaggio che mi sento di dare a tutti voi è che non c'è altro tempo da perdere!”.

Così Alessandra Dolci, coordinatrice della DDA di Milano, conclude il suo intervento durante la seduta di commissioni congiunte Antimafia-Olimpiadi, del 27 aprile scorso. 

Si riferisce ai lavori già compiuti nelle aree di Porta Romana e di Santa Giulia. Nelle quali si prepara il terreno per costruire il Villaggio Olimpico e il PalaItalia che ospiterà i tornei sul ghiaccio. A differenza di Expo e delle opere a questa connesse (M4, M5, Brebemi, Zara Expo, TEEM, Darsena e Vie d’Acqua), per i giochi olimpici che inizieranno tra 4 anni, nessun protocollo di legalità è stato ancora sottoscritto.

Francesco Paolo Tronca, prefetto di Milano ai tempi dell’esposizione universale, stimò il valore dei contratti che rischiavano di andare alle aziende oggetto di tentativi d’infiltrazione mafiosa: erano pari a 200 milioni di euro. Per difetto e al netto delle indagini per corruzione. 

Gli accordi per preservare il denaro pubblico siglati da Assimpredil, Assolombarda, Direzione territoriale del lavoro di Milano, Organizzazioni Sindacali (CGIL, CISL, UIL, FILLEA CGIL, FILCA CISL e FENEAL UIL), con la regia di Palazzo Diotti e della DIA, ebbero indiscutibilmente successo.

Dodici gli articoli che imponevano l’informazione antimafia generalizzata e per qualsiasi cifra: controllo accessi ai cantieri, badge, settimanale di cantiere, piattaforma informatica sulla quale caricare i dati delle aziende appaltanti e i dati di accesso ai cantieri, obbligo di denuncia di ogni tentativo di estorsione, intimidazione o richiesta di tangenti (pena esclusione o commissariamento) accordo tra Polizie locali per controlli puntuali sui camion in uscita dai cantieri.

A differenza di Expo, aspetto che alcuni considerano dirimente, per le Olimpiadi alcune opere saranno costruite da privati con fondi solo apparentemente privati ma che in realtà sono frutto di una contrattazione a monte degli accordi di programma che ha pesato economicamente tutti gli aspetti legati allo sviluppo urbano di quelle aree: Milano Santa Giulia spa (MSG) ha firmato la variante dell’accordo di Programma per Santa Gulia, che prevede la costruzione del PalaItalia, mentre il Fondo Porta Romana (Coima Sgr, più Covivio, più Prada Holding), ha acquistato l’area ferroviaria dismessa da Sistemi Urbani avendo l’obbligo di costruire il Villaggio Olimpico.

A inizio agosto 2021, in Commissione Antimafia ospitammo chi, attualmente, possiede l’area su cui sorgerà il PalaItalia. Ci diede ottime garanzie, sia sul controllo all’accesso dei mezzi e degli uomini nei cantieri, sia sull’uso sistematico per le categorie più a rischio delle aziende iscritte alla White List della Prefettura. 

Ora sappiamo, però, che Milano Santa Giulia spa ha formalizzato la cessione dell’area su cui sorgerà il PalaItalia a EVD Milan. Sarà la filiale italiana della CTS Eventim a costruirlo. Tutto vanificato dunque? Come potranno le attenzioni di Milano Santa Giulia spa riverberarsi su EVD Milan? Che certezze abbiamo? Per Porta Romana si sa poco. Gli “sviluppatori” non vennero in commissione.

Eppure una soluzione a portata di mano c’era e c’è ancora: il protocollo sottoscritto il 4 agosto 2021 dal Ministero dell'Interno e da ANCE, l'Associazione Nazionale Costruttori Edili.

Il primo protocollo a essere concluso, a seguito dell’introduzione nel Codice Antimafia (per effetto dell’art. 3 del D.L. n. 76/2020 «Decreto semplificazioni») dell’art. 83 bis, che ha previsto l’estensione delle verifiche antimafia anche su richiesta dei privati.

Quindi anche per opere private, svincolate da fondi pubblici.

Ora anche i privati, che sottoscriveranno il testo, potranno, tramite le Associazioni Territoriali dell’ANCE, consultare la Banca Dati Nazionale Unica Antimafia (BDNA). Fino a ora solo le pubbliche amministrazioni, gli enti e le aziende partecipate, i concessionari di lavori o di servizi pubblici, potevano accedervi e ottenere la documentazione antimafia.

Gli obblighi delle aziende che lo sottoscrivono saranno, di fatto due e li possiamo considerare di grandissimo rilievo:

  1. stipulare contratti e subcontratti aventi a oggetto attività «a rischio» solo con soggetti iscritti in white list, o  in caso di mancata iscrizione, previa verifica della documentazione antimafia liberatoria acquisita dalla BDNA (Banca Dati nazionale Unica per la documentazione Antimafia)
  2. inserire nei contratti con fornitori/subappaltatori che svolgono attività «a rischio» apposite clausole risolutive, con obbligo di recesso in caso di interdittiva successiva alla stipulazione del contratto

Un'attenzione di grandissima utilità per tutelare il più in fretta possibile e in maniera efficace l'immagine dell'intera città o meglio dell’intera nazione e il livello reputazionale degli stessi player privati che per la riuscita delle Olimpiadi Invernali di Milano stanno lavorando da mesi.