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15 giugno 2022

La norma sulle White List è da rivedere. Portolesi insegna

Una sezione della White List della Prefettura di Milano 
Nell'inchiesta di oggi che ha portato ai domiciliari Pietro Paolo Portolesi, emergono nomi di aziende coinvolte che erano iscritte nella White List della Prefettura di Milano. 

Portolesi, 52 enne di Platì residente a Mesero, era stato coinvolto nell'inchiesta Minotauro in Piemonte, considerato affiliato al locale di Volpiano (Torino) con la dote «santa». Una delle doti maggiori. A lungo autista del boss del narcotraffico Pasqualino Marando. Quattro le società citate nell'ordinanza tutte riconducibili a Portolesi e tutte iscritte in White List. L'elenco di aziende che la Prefettura certifica libere da tentativi di infiltrazione mafiosa.

La Medi opere la cui certificazione antimafia è in aggiornamento. La Legnano Ecoter, la cui certificazione antimafia è in aggiornamento. La Dismantle Eu che ha avanzato la richiesta di iscrizione il 19 novembre 2021 e la Handling Rose di cui è formalmente socia unica la figlia di Portolesi, che ha avanzato la richiesta di iscrizione il 7 agosto 2020.

La legge prevede che basta avanzare la richiesta per entrare in White List per essere azienda certificata. Un errore. Nessuna Prefettura concederebbe l'iscrizione alla White List alla figlia di una persona condannata per 416 bis. Emergerebbe immediatamente. Da una prima analisi, obbligata, dei legami parentali.

Eppure la Handling Rose è iscritta alla White List. E' bastato per loro avanzare la richiesta. Sono passati quasi due anni e grazie a questa richiesta l'azienda intestata alla figlia di un condannato per mafia, ha potuto gestire appalti pubblici. Non può accadere. Soprattutto in epoca di PNRR, di Olimpiadi. La norma deve cambiare, La Prefettura deve essere messa in grado di dare risposte in tempi certi.