Prendo spunto da quanto è scritto sul sito del Comitato referendario. Il decreto legislativo che porta la firma dell’ex ministro della Giustizia Paola Severino prevede incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna. Ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Per coloro che sono in carica in un ente territoriale basta anche una condanna in primo grado non definitiva per l’attuazione della sospensione, che può durare per un periodo massimo di 18 mesi.
Considero anticostituzionale l'ipotesi che una condanna ancorché non definitiva, determini la sospensione dall'incarico. Sono convinto che un Sindaco rinviato a giudizio per corruzione si debba dimettere. Per questo, a suo tempo, ho sottoscritto il Codice etico di Avviso Pubblico Ma trovo sbagliato che sia una legge ad imporlo. Comunque non si è colpevoli fino alla condanna definitiva e anche dopo la condanna definitiva inizia la pena e la rieducazione ed anche (laddove si hanno i soldi per farlo...) si può chiedere, a distanza di anni, la riabilitazione.
Ma anche non ci fosse riabilitazione trovo che sia assurdo pensare che dopo la pena una persona non sia rieducata e pronta anche per rappresentare i propri concittadini. Saranno loro. E solo loro. Neanche i magistrati, che potranno decidere se quella persona è degna di ricoprire quell'incarico oppure no.
La società evolve anche quando le leggi diventano inutili perché condivise.
