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12 ottobre 2022

La mafia nigeriana. Caserta e Caltanissetta, come Torino, Bologna, Ferrara, Parma, Cagliari e Brescia. Ma non Milano.

Un primo approfondimento sulle criminalità organizzata nigeriana era già stato fatto nella Relazione della Dia relativa al secondo semestre del 2018. Ora si è sentita l'esigenza di aggiornare quel focus alla luce della quantità di rimesse di denaro che dall'Italia volano verso la Nigeria. Soprattutto per la crescita esponenziale negli ultimi anni del fenomeno.

Le rimesse in Nigeria. Nel l 2019 le rimesse partite dall’Italia sono state pari a circa 105 milioni di euro che costituiscono il 2% del totale delle rimesse in uscita verso Paesi Terzi. Rispetto al 2018 si registrava un deciso aumento delle rimesse dirette verso il Paese africano del 42,4%. Dal 1° semestre 2017 al 1° semestre 2018 si erano già registrati aumenti significativi delle rimesse verso la Nigeria del 164%. Una crescita enorme che rappresenta comunque un indicatore. I nigeriani regolarmente soggiornanti nel nostro Paese, sono in prevalenza uomini, con il più basso tasso di occupazione (il 45,1% a fronte del 59,1% dei non comunitari) ed il più alto tasso di disoccupazione, (il 34,2%, a fronte di una media del 14,9% dei non comunitari).

Diffusione nel nostro territorio. Nel nostro Paese le aree maggiormente interessate dai flussi di stupefacente gestiti dai gruppi nigeriani sono la provincia di Caserta e Palermo, mentre, nel nord, il Veneto, la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna. Le inchieste sulla mafia nigeriana hanno coinvolto al nord particolarmente Brescia e Torino. Ferrara in particolare. Anche il Veneto. Ma non Milano. A Brescia sembra che le organizzazioni criminali autoctone abbiano lasciato piazze di spaccio a Nigeriani e Nordafricani.
L’operatività dei primi gruppi “organizzati” venne ad evidenziarsi nei primi anni ’90 anche nel centro-sud, in particolar modo in Campania, nella provincia di Caserta e sul litorale domitio. 

La gestione dello spaccio di stupefacenti. Per la gestione dei traffici di stupefacenti, la criminalità nigeriana si è ritagliata, nel nostro Paese, un proprio “microcosmo”, tendenzialmente avulso da contrapposizioni con la criminalità organizzata autoctona, instaurando una sorta di “convivenza” reciprocamente accettata. L’eroina viene acquistata direttamente sui mercati asiatici, per poi essere trasportata verso i Paesi consumatori via aerea o via mare. La cocaina viene importata, mediante contatti diretti con i produttori dal Sud America, in USA ed in Europa, dove tutti i collegamenti sono garantiti dai soggetti rappresentanti di una nutrita comunità nigeriana regolarmente e stabilmente residente in Sud America. In Italia, il primo arresto di un narcotrafficante nigeriano risale al 1987.

Le modalità mafiose. Dalle inchieste nelle quali si è affrontata la criminalità organizzata di origine nigeriana sono emerse "le modalità di azione criminale, i collegamenti transnazionali, il vincolo omertoso che caratterizza gli associati e il timore infuso nelle vittime, hanno peraltro fatto luce, nel tempo, su un agire sotto molti versi simile alle metodiche mafiose". A Palermo nonostante la Black Axe, si può ritenere “smantellata”. è stata accertata  una catena di violenze, anche gravissime, nei confronti dei congiunti residenti in Nigeria delle vittime e dei collaboratori di giustizia. 

Organizzazione basata sui cults. L'organizzazione è basata sullo schema dei cults (confraternite fondate, sul modello americano, nelle Università fin dagli anni ’50 dello scorso secolo). In tempi molto brevi le confraternite si sono trasformate in organizzazioni criminali espandendosi anche fuori i confini delle stesse Università.

THE SUPREME EIYE CONFRATERNITY; i BLACK AXE; i MAPHITE; i VIKINGS. Ad essi si affianca una serie di gruppi cultisti minori (BUCCANEERS, AYE ed altri), la cui presenza è stata delineata nel nostro Paese, oltre che dalle indagini, anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.  

Il cult degli AROBAGA/VIKINGS sembra essere quello attualmente emergente in Italia tra i gruppi nigeriani presenti, che si muove in un contesto di vera e propria associazione di tipo mafioso contrapposta a quella degli EIYE - la cui connotazione mafiosa è stata anch’essa già giudizialmente accertata -, dotata di struttura gerarchicamente organizzata di forma piramidale, il cui ramo italiano, denominato Vatican, aveva in Ferrara ed in Emilia Romagna una delle sue principali sedi ancorché infiltrato in altre province del Nord, in particolare a Torino. 

Le ultime indagini e sentenze. 

  • A Torino negli ultimi anni possiamo ricordare l'operazione Maphite-Bibbia, della DDA torinese per la quale è stata pronunciata la sentenza il 25 settembre 2020. 
  • A Bologna l'operazione Burning Flame coordinata dalla DDA di Bologna e per la quale è stata pronunciata sentenza il 29 ottobre 2020.
  • A Ferrara il 22 settembre 2021 è iniziato, innanzi il Tribunale collegiale di Ferrara, il processo per 17 imputati nigeriani chiamati a rispondere di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata a commettere delitti contro la persona, in materia di stupefacenti, ma anche contro la P.A. ed estorsioni. 
  • La strutturazione e le connotazioni tipiche di mafiosità delle consorterie nigeriane sono state confermate di recente anche dalla sentenza di condanna n. 859/21 (Proc.pen. n. 15459/18 RGNR e n. 6275/21 RGGIP) emessa il 10 giugno 2021 dal GIP del Tribunale di Bologna nei confronti degli appartenenti al clan nigeriano dei Vikings-Arobaga, nell’ambito della operazione “Signal” del mese di ottobre del 2020, condotta dalla Polizia di Stato di Ferrara. 
  • A Palermo invece la Black Axe, come già accennato, si può ritenere “smantellata”. A Caltanissetta è invece accertata l’esistenza di un’organizzazione straniera (nigeriana) operante nel settore stupefacenti, ma idealmente riconducibile ad organizzazioni criminali tradizionali nigeriane (“Eye”) con caratteristiche inequivocabilmente mafiose (riti di iniziazione, sostegno economico agli affiliati, sostegno ai detenuti, omertà, ricorso sistematico alla violenza).
  • A Cagliari nel 2019 fu sgominata un'organizzazione denominata Calypso Nest, affiliata a quella dei Supreme Eye Confraternity, che ha portato nell’Isola un fiume di cocaina e eroina. La droga veniva acquistata in Mozambico e in Olanda, quindi trasportata in Sardegna grazie a corrieri-ovulatori. Il clan sardo lavorava in stretta collaborazioni con gli affiliati in Campania ma anche in Lombardia, a Como
  • A Parma nel luglio 2019 furono arrestate 5 persone della confraternita della Maphite che aveva un'organizzazione gerarchica ben precisa.