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31 dicembre 2022

La nuova normativa antimafia regionale. Una nota critica e di prospettiva

La nuova normativa antimafia regionale è nata dalle modifiche introdotte dalle Legge Regionale n° 30 del 20 dicembre 2022. 
Una legge molto complessa per bocciarla tout court. Provo a sintetizzare per punti: 
1. Aspetto che dobbiamo indicare tra gli elementi innovativi e positivi è la previsione di un piano integrato delle azioni regionali per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile e la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e dei fenomeni corruttivi. Io mi sarei dedicato solamente agli interesse criminali mafiosi. Il Piano anticorruzione c'è già e la promozione della cultura della legalità è importante, ma non penso proprio abbia bisogno di un piano. Comunque il piano definisce le azioni regionali finalizzate a perseguire gli obiettivi di cui all’articolo 1 con indicazione delle risorse, finanziarie e organizzative. Peccato che all'articolo 1 non sia citato il riciclaggio, fenomeno strategico per corrotti, evasori e mafiosi, contro il quale la Regione dovrebbe aver già messo in atto tutte le strategie per segnalare operazioni sospette all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF). 
2. Il riciclaggio non viene citato in nessun articolo nonostante l'applicazione della normativa antiriciclaggio la 231 del 2007 è un obbligo delle Pa. Per Pa non si intende solo Regione. Ma aziende partecipate e controllate, fondazioni, aziende sanitarie e quelle dedicate all'edilizia pubblica. Dai dati messi a disposizione dalla UIF, per esempio, si evince che nessuna ASST o ATS ha mai fatto segnalazioni. Strano. Una proposta che avevo avanzato era quella di inserire all'articolo 5 Interventi nei settori economici, nelle professioni e nelle pubbliche amministrazioni, una dichiarazione di guerra: La Regione opera costantemente e con tutte le competenze e le risorse proprie per garantire una sana e libera concorrenza di mercato, muovendosi efficacemente per prevenire fenomeni corruttivi e contrastare il riciclaggio nell'economia. Sarà per la prossima revisione. 
3. Il nuovo articolo 24 bis prevede l'istituzione del Tavolo di lavoro per la prevenzione dell’usura e del sovraindebitamento. Direi ottimo. Peccato che un tavolo che era già previsto e doveva già partire, secondo un comunicato stampa dell'ex assessore Alessandro Mattinzoli e dell'ex assessore Riccardo De Corato, il primo ottobre 2018, 4 anni fa. Non riesco capire se sia rimasta lettera morta o se i due tavoli si sovrappongano. In entrambi i casi non benissimo. 
4. Il nuovo articolo 26 Elargizione a favore delle vittime dei reati di usura o di estorsione, prevede che ai fini della concessione dell'indennizzo le vittime devono risultare parti offese nel relativo procedimento penale e che l'indennizzo non può essere concesso prima del decreto che dispone il giudizio nel relativo procedimento penale. Norma che migliora la precedente che prevedeva la sentenza di primo grado, ma che lascia per troppo tempo le vittime in piena solitudine senza sostegno economico. 
5. C'è indubbiamente un problema di informazione. Nella relazione di Polis (Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia) sullo stato di attuazione della legge 17/2015 si certifica che non sono stati erogati contributi nel biennio 2020-22, non essendo pervenute istanze. Anche nella richiamata attività del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, Polis certifica che durante il biennio 2020-2021 non sono pervenute richieste alla Garante da parte di vittime per reati di stampo mafioso e della criminalità organizzata. Una notizia che deve fare riflettere. Anche in riferimento ai fondi gestiti dallo Stato dalla Relazione dell’anno 2021 risulta che, nonostante il numero di istanze presentate dalle vittime dei reati di tipo mafioso, 575, sia aumentato del 40%, nessuna domanda è pervenuta dalla Lombardia. C'è un problema di informazione. Pensiamo che debba essere rifinanziato quel fondo che, gestito da Regione Lombardia per la promozione di interventi per assistenza e aiuto alle vittime dei reati di stampo mafioso e della criminalità organizzata, ha permesso di aprire sportelli di ascolto e di accompagnamento delle vittime. 
6. Proprio per colmare quel deficit informativo e sostenere il prima possibile le vittime bisogna introdurre la figura del “tutor” che accompagni le vittime di usura nel difficile percorso di rilancio della propria attività imprenditoriale; 
7. Nella legge Non si parla di sport e di calcio. Bisogna individuare gli strumenti; più adatti per proteggerli dagli interessi criminali mafiosi, partendo per esempio dal Codice etico dello Sport del Comune di Milano redatto con Transparency Italia e Avviso Pubblico, utilizzando anche la stesura di protocolli ad hoc con la Prefettura. 
8. In tema di beni confiscati Regione Lombardia deve assumersi la responsabilità di gestire direttamente i grandi compendi immobiliari la cui gestione e i cui oneri troppo spesso gravano solo ed esclusivamente su piccoli Comuni già molto esposti sul tema del contrasto alle mafie e soprattutto si deve far carico di tutelare le associazioni a cui potrebbero essere assegnati i beni prima della confisca definitiva, dopo il sequestro. Una tipologia di intervento che suggeriamo per tutelare quei beni che rischiano di deteriorarsi e di essere oggetto di vandalismi e di vendette mafiose. 
9. Rimane un errore che genera confusione inserire nella normativa antimafia articoli specifici relativi ad altre fattispecie penali totalmente diverse dall'argomento della norma. Articolo 8 (Interventi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno delle truffe ai danni della popolazione anziana); Art. 21 (Interventi a favore delle vittime della criminalità e dei loro familiari) che prevede l'assistenza legale per i cittadini accusati di aver commesso un delitto per eccesso colposo in legittima difesa; l'articolo 22 (Interventi straordinari in favore dei soggetti danneggiati da atti vandalici).