Come mia attitudine per capire come agire bisogna partire dal giro dei soldi. Gli ospedali pubblici sono in perdita: 44 milioni il Policlinico di Milano, 58 il San Paolo e il San Carlo, 87 i Civili di Brescia, 75 il Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
I gruppi privati fanno utili importanti: 27 milioni il gruppo San Donato; 66,9 l’Humanitas; 6,7 la Multimedica*.
Come si può spiegare una diversità tale?
La sanità pubblica si occupa principalmente di interventi molto costosi e rischiosi: l’80% delle emorragie cerebrali, l’87% delle leucemie. I neonati gravemente immaturi sono curati per l’87,2% nelle strutture pubbliche. I trapianti sono gestiti unicamente dalle strutture pubbliche.
La sanità pubblica si occupa anche degli interventi comuni e poco remunerativi: parti (81,8%), aborti (90%), calcoli, polmoniti, appendiciti, tonsille.
Su 100 posti letto in un ospedale pubblico, 45 sono occupati da chi entra per un’emergenza passando dal Pronto soccorso. Su 100 posti nel privato, solo 20 pazienti arrivano dal Ps. Molte rogne in meno.
Su oltre 500 tipi d’intervento il pubblico fa la metà del proprio fatturato con 43 prestazione. Il privato fa la metà del suo fatturato con 25 prestazioni quelle a più alto rendimento. In particolare le prestazioni più remunerative delle specialità di cardiologia/cardiochirurgia e ortopedia. Valvole cardiache, bypass coronarici, gli interventi sulle articolazioni inferiori, sostituzioni di anca e ginocchio.
Come fare? Con questi numeri per riequilibrare la situazione bisogna agire sull'efficienza delle spese delle strutture pubbliche e ampliare le prestazioni che le strutture private devono offrire.
I dati sono fondamentali. Quei dati che giungono dai ricoveri, dalle visite, dagli esami prescritti, dai fuori regione.
Devono essere utilizzati in chiave preventiva ed epidemiologica, ma anche per controllare il flusso dei soldi. Per fare evidenziare indicatori di rischio da studiare per intervenire, mitigando il valore degli interventi. Interventi ed esami compiuti, prescritti da chi, come e perché. Controlli per evitare che la Sanità privata si concentri su «su attività caratterizzate da buona redditività e da non verificata necessità epidemiologica»
Ed infine i controlli nella strutture pubbliche. Controlli sull'appropriatezza delle spese. I Collegi dei revisori devono essere potenziati. I componenti, tutti autonomi nella loro attività, devono essere valorizzati, ricevere congrui emolumenti e avere la possibilità di un portafoglio per dotarsi di consulenti che li aiutino nella comprensione della correttezza delle gare d'appalto.
*GRUPPO SAN DONATO Famiglia Rotelli (Madonnina, Galeazzi, San Raffaele, San Donato, Pavia in cui nasce e Brescia e Emilia 56 sedi tra ospedali e IRCCS). MULTIMEDICA Daniele Schwarz (San Giuseppe). HUMANITAS Gianfelice Rocca (Humanitas Rozzano, Bergamo e Torino).