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27 gennaio 2023

Si parla di Sanità pubblica, trasporti, lavoro!

Finalmente in campagna elettorale per le Regionali si discute di sanità, trasporti, formazione. 

La strategia di buttare tutto in caciara sui migranti non funziona più. Le persone si sono accorte che tutte le norme discriminatorie anticostituzionali di propaganda messe in piedi per creare consenso, spostando l'attenzione dai veri temi che dovrebbero interessare i più fragili, non funziona più. 

Una politica scientificamente pianificata da anni chi ha governato finora Regione Lombardia. 

Ricordiamo tutte le norme discriminatorie approvate in Regione Lombardia e dichiarate in antitesi con le norme costituzionali.

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma della Regione Lombardia che prevede il requisito di 5 anni di residenza sul territorio lombardo per poter presentare la domanda per la partecipazione bando assegnazione alloggio popolare

Lo stesso requisito discriminatorio la prevedeva il Sostegno all'affitto misura all'interno del Reddito di autonomia. Bocciato dal TAR. Stessa sorte per il Bonus bebè (requisito di 5 anni di residenza per entrambi i genitori): non risponde ai criteri di ragionevolezza indicati dalla Corte Costituzionale 

Bocciata anche la norma Anti moschee del 2015 e quella Anti kebab, Anti phone center del 2006. Negli esercizi si doveva prevedere il doppio bagno, la sala d’aspetto. 

Dichiarato anticostituzionale anche la norma che bloccava gli aiuti agli albergatori che ospitavano i profughi

Si è tentato anche di incidere sugli albi territoriali dei docenti per avere un bacino di insegnati del Nord ma anche in questo caso la Consulta si è espressa nel 2013 bloccando l’iniziativa della giunta.

Infine ricordiamo anche la normativa urbanistica sugli edifici abbandonati. Ci tengo. Una norma che premiava indiscriminatamente, imponendosi ai comuni, l'abbandono degli edifici abbandonati. Chi li ristrutturava dopo averli abbandonati, li poteva ricostruire con premi volumetrici importanti (vedi comunicato di seguito).


IMMOBILI ABBANDONATI. IL TAR DA’ RAGIONE AL COMUNE SU INCOSTITUZIONALITA’ LEGGE REGIONALE CON TRE ORDINANZE.  

STOP ALLA CEMENTIFICAZIONE CHE PREMIA CHI ABBANDONA GLI EDIFICI!

Milano, 11 febbraio 2021 – “L’applicazione della disposizione regionale comprime in maniera eccessiva – con violazione degli art. 5, 97, 114, secondo comma, 117, secondo comma, lett. p), terzo e sesto comma, e 118 della Costituzione – la potestà pianificatoria comunale, in particolare dei Comuni che hanno più di 20.000 abitanti (come il Comune di Milano), non consentendo a siffatti Enti alcun intervento correttivo o derogatorio in grado di valorizzare, oltre alla propria autonomia pianificatoria, anche le peculiarità dei singoli territori di cui i Comuni sono la più immediata e diretta espressione”  

“Pur essendo rimessa al Consiglio comunale l’individuazione degli immobili abbandonati e degradati, è comunque consentito al proprietario di un immobile di certificare con perizia asseverata giurata, oltre alla cessazione dell’attività, anche la sussistenza dei presupposti per beneficiare del regime di favore di cui all’art. 40 bis. Il Comune quindi non ha la facoltà di selezionare, discrezionalmente, gli immobili da recuperare, in quanto l’applicazione della norma regionale può avvenire anche su impulso del proprietario del manufatto”.  

La violazione della Costituzione viene riscontrata anche rispetto a contraddizioni della legislazione regionale stessa.   

Infine, secondo il TAR, “l’art. 40 bis appare in contrasto anche con i principi di uguaglianza e imparzialità dell’Amministrazione discendenti dagli artt. 3 e 97 della Costituzione, visto che riconosce delle premialità per la riqualificazione di immobili abbandonati e degradati in favore di soggetti che non hanno provveduto a mantenerli in buono stato e che hanno favorito l’insorgere di situazioni di degrado e pericolo, a differenza dei proprietari diligenti che hanno fatto fronte agli oneri e ai doveri conseguenti al loro diritto di proprietà, ma che proprio per questo non possono beneficiare di alcun vantaggio in caso di intervento sul proprio immobile. La norma regionale, quindi, incentiva in maniera assolutamente discriminatoria e irragionevole di situazioni di abbandono e di degrado”.   

In conclusione il TAR sospende il giudizio perché gli atti siano trasmessi alla Corte Costituzionale.