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17 novembre 2024

E il registro dei titolari effettivi?

 Articolo comparso su Fisco di prossimità.

Cresce il sommerso in Italia. La sesta direttiva antiriciclaggio viene pubblicata in Gazzetta europea e il registro dei titolari effettivi, in Italia, non esiste ancora. Oramai è appuntamento fisso, a ottobre, l’ISTAT pubblica i vergognosi dati del sommerso e dell’illegale in Italia. Sono cifre che contribuiscono alla crescita del PIL, la cosiddetta ricchezza nazionale.

“Nel 2022 il valore dell’economia non osservata cresce di 17,6 miliardi. Segna un aumento del 9,6% rispetto al 2021 (+8,4% la crescita del Pil corrente). L’economia sommersa (ovvero al netto delle attività illegali tutte le sottodichiarazioni, il lavoro nero e grigio, affitti e acquisti di immobili in nero) si attesta a poco meno di 182 miliardi di euro. È in crescita di 16,3 miliardi rispetto all’anno precedente. Le attività illegali (“solo” sfruttamento della prostituzione, contrabbando e spaccio di droga) sfiorano i 20 miliardi.

Proprio in quei giorni con l’ordinanza n. 8248/2024 del 15 ottobre scorso Il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio, rimettendo sei questioni pregiudiziali alla Corte di giustizia europea, dando ragione all’Unione Fiduciaria S.p.A. Il registro dei titolari effettivi non può ancora venire alla luce. 

I ritardi cronici e criminogeni nel recepimento delle norme. Pare assurdo. Ma forse in realtà è tutto coerente. Accade così da sempre: in Italia si arriva sempre alcuni anni dopo nell’uso dei principali strumenti antiriciclaggio. All’avanguardia nelle norme di contrasto agli interessi criminali mafiosi e nelle norme di prevenzione, ma quando si parla di contrasto al riciclaggio è la privacy che vince. I ritardi nel recepimento delle norme è cronico e criminogeno.

Un esempio? Nel 1991, con la legge n. 413, veniva introdotta l’anagrafe dei rapporti bancari. Per essere operativa ci mise 9 anni. Anni durante i quali per fare un’indagine finanziaria bisognava inviare una richiesta a tutte le banche sul territorio nazionale

Il Registro dei titolari effettivi era presente nella quarta direttiva europea antiriciclaggio del 2015, recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 90 del 25 maggio 2017.

Strumento fondamentale per il contrasto al riciclaggio, nel registro troviamo il nome e cognome dei beneficiari ultimi delle società, dei fondi dei trust. Chi ne detiene, anche indirettamente o ne controlla almeno il 25% della proprietà.

Quello che il Consiglio di Stato non ha considerato. Peccato che il Consiglio di Stato non abbia tenuto in considerazione quanto, il 19 giugno scorso, era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il cosiddetto “AML Package”, ovvero il pacchetto di riforma della disciplina dell’antiriciclaggio e del contrasto al finanziamento del terrorismo, composto dalla Direttiva (UE) 2024/1640 (VI Direttiva Antiriciclaggio), dal Regolamento (UE) 2024/1624 (Regolamento Antiriciclaggio) e dal Regolamento UE 2024/1620 per l’Autorità antiriciclaggio dell’UE (AMLA), che verrà ospitata da Francoforte.

Per quello che riguardava l’accesso al registro è tutto molto chiaro. L’articolo 12 al punto 2 indica le figure che hanno libero accesso al registro. Sono giornalisti; persone che agiscono a fini giornalistici, di segnalazione o di qualsiasi altra forma di espressione nei media, che sono connesse alla prevenzione o alla lotta contro il riciclaggio; organizzazioni della società civile, compresi le organizzazioni non governative e il mondo accademico, che sono connesse alla prevenzione o alla lotta contro il riciclaggio; le autorità pubbliche che attuano il dispositivo per la ripresa e la resilienza a norma del regolamento (UE) 2021/241 e nell’ambito delle procedure di appalto pubblico.

Pensiamo al Lussemburgo, per eccellenza un paradiso fiscale al centro dell’Europa. È l’hub di accesso ai paradisi di opacità. Quando nel settembre 2020 scoprimmo che Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione erano i titolari effettivi del Milan l’accesso al Registro del Lussemburgo era libero. Abbiamo avuto il link e senza dichiarare chi fossimo e perché dovessimo accedere a quei dati trovammo online quanto cercavamo. Ancora oggi in Lussemburgo il registro è accessibile. Bisogna accreditarsi, motivare, ma comunque è accessibile.

In Italia il Registro dei titolari effettivi non c’è mai stato.