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14 aprile 2022

Elementi emergenti dalla Relazione DIA Primo semestre 2021

Informative in Lombardia

Prefetto di Lecco, Castrese DE ROSA "Nei mesi successivi l’attività di monitoraggio antimafia si è intensificata e resa più efficiente anche grazie all’utilizzo di specifiche banche dati. Già nel mese di maggio 2020, la Prefettura di Lecco ha avviato, prima in Italia, la sperimentazione del Sistema Regional Explorer, la piattaforma che elabora il patrimonio informativo delle Camere di Commercio a partire dal Registro delle Imprese che ha a disposizione tutte le informazioni relative al milione e 500mila imprese attive in Lombardia, comprese quelle aziende del territorio provinciale che hanno sedi all’estero. Negli ultimi due anni, sono state emesse n. 21 interdittive antimafia che hanno investito svariati settori economici e commerciali: sale bingo, autodemolizioni, attività di ristorazione, pompe funebri, attività commerciali. Sono stati, altresì, precocemente individuati tentativi di elusione dei provvedimenti interdittivi con fittizi cambi delle compagini societarie. I provvedimenti interdittivi emessi hanno tutti retto il vaglio giudiziario sia del T.A.R. che del Consiglio di Stato, con conferme della legittimità dei provvedimenti emessi nel 100% dei casi [...]

L’attività di tutte le Prefetture della Regione è proseguita attraverso le interdittive disposte nella prima parte del 2021 che dimostrano la consistenza dell’infiltrazione della criminalità organizzata calabrese nell’economia lombarda.

Nel periodo di interesse, le Prefetture del distretto di Milano (Milano, Varese, Lecco, Lodi, Monza e Brianza, Pavia, Como e Sondrio) hanno emesso 20 provvedimenti interdittivi, 11 dei quali emessi dalla Prefettura di Lecco, 3 da quella di Milano, 3 da quella di Varese, 2 da quella di Monza e della Brianza e una da quella di Lodi. Rispetto alle matrici criminali di riferimento, 15 di questi hanno riguardato imprese in contesti di criminalità organizzata calabrese, 3 di criminalità organizzata siciliana e 2 di criminalità organizzata campana. Per quanto attiene alle province del distretto di Brescia (Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona) sono stati disposti 16 provvedimenti prefettizi ai sensi del D.Lgs. 159/2011; 7 sono stati emessi dall’UTG di Bergamo, 6 dall’UTG di Mantova, 2 dall’UTG di Brescia e uno da quello di Cremona. Rispetto alle matrici criminali di riferimento, 11 di questi hanno riguardato imprese in contesti di criminalità organizzata calabrese e uno di criminalità organizzata pugliese; ulteriori 4 provvedimenti, emessi per l’esistenza di fattispecie ostative ex art. 84 del D.Lgs. 159/2011 non sono ascrivibili a contesti di criminalità mafiosa.

Mafia Imprenditrice

La maggiore propensione delle mafie a inquinare l’economia legale trova invece conferma nell’incremento delle segnalazioni di operazioni sospette e dei provvedimenti interdittivi antimafia. In tali casi si tratta di elementi che hanno maggiore attinenza con l’attualità e che saranno esaminati in seguito. (Pagina 412)

Passando all’esame della tipologia dei reati commessi il raffronto a livello nazionale del numero dei reati di matrice mafiosa i cc.dd. reati spia commessi durante il primo semestre 2021 con quello riferito al medesimo intervallo dell’anno precedente conferma la tendenza da parte dei sodalizi mafiosi ad evitare azioni particolarmente cruente e comportamenti suscettibili di provocare allarme sociale. Dal primo semestre 2020 a quello 2021 per lo più calano la fattispecie collegate all’associazione di tipo mafioso con un incremento invece dell’associazione per delinquere semplice peraltro appannaggio delle sole regioni del Nord nonché dei tentati omicidi di tipo mafioso riconducibili al solo meridione d’Italia. 


Cosa Nostra

Arresto di Nino Guzzardi, a lungo emissario in Sud America per la mafia palermitana, a lungo punto di riferimento dei corleonesi del boss Luciano Liggio a Milano. Uno che tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta faceva arrivare dalla Colombia quintali di cocaina con un sistema diventato un marchio di fabbrica della sua famiglia: contenitori di droga agganciati alle chiglie delle navi merci in rotta attraverso l’Atlantico e recuperati dai sommozzatori di Cosa nostra all’ingresso in porto. Ha scontato 30 anni.

Quando è uscito dalla galera, cinque anni fa, è tornato in quel quartiere Zingone di Trezzano sul Naviglio che il padre Francesco e le sue imprese edili avevano costruito negli anni sessanta quasi per intero, riservando le villette di via Donizetti per la famiglia e per i parenti Ciulla e Ugone e aveva iniziato a lavorare come operaio addetto alla manutenzione dei servizi cimiteriali di Rozzano per conto di una cooperativa di reinserimento sociale

"... gli inquirenti sono convinti che Guzzardi controllasse ben altri traffici in terra lombarda. Uno scenario ancora tutto da capire, però. Anche perché il mondo intorno a Guzzardi, agli Ugone, ai Ciulla, e perfino intorno ai corleonesi e ai palermitani, è molto cambiato. E i re siciliani sono diventati comprimari dei calabresi. Non certo per via di quella assurda distinzione tra mafia vecchia e nuova, ma perché interlocutori e sistemi del narcotraffico si sono aggiornati. Logica del mercato globale, che comunque parla sempre italiano" Giuzzi Corriere della Sera.

Aumento diffusione eroina in Lombardia

Nell’ampio spettro delle sostanze stupefacenti che circolano sul territorio regionale un importante segnale giunge dall’aumento del consumo di eroina che nell’ultimo periodo ha fatto registrare un incremento della sua diffusione95. Storicamente il mercato all’ingrosso dell’eroina prodotta quasi esclusivamente nel sud est asiatico sarebbe sotto il controllo di gruppi criminali turchi che la esportano verso il mercato europeo attraverso canali albanesi. Da dati diffusi dalla Questura di Milano, nel corso del 2020, nel capoluogo lombardo, sono stati sequestrati 84 kg. di eroina con un incremento del 849% rispetto all’anno precedente.

Cocaina in Lombardia

Nel mercato della cocaina con riferimento al distretto della Corte d’Appello di Milano i peruviani ricoprono una posizione di assoluto rilievo nell’importazione dello stupefacente. Nel corso degli anni hanno perfezionato una certa capacità nel trasferimento della droga dai luoghi di produzione alla Lombardia e a Milano in particolare. Tali competenze hanno permesso ai trafficanti di occultare la cocaina, attraverso particolari processi chimici in altre sostanze o materiali per poi estrarla e renderla disponibile per lo spaccio. 

Albanesi

Un ruolo di rilievo nell’importazione di cocaina è rivestito anche dalla componente albanese specializzata nel business ad alto reddito del traffico di droga. Gli schipetari utilizzando le classiche modalità di occultamento dello stupefacente (ad esempio mediante doppifondi all’interno di automezzi) attraverso una propria rete di trafficanti riescono a trasportare importanti quantitativi di cocaina dai porti del Nord Europa 

Il 23 febbraio 2021, con l’operazione “Miracolo 2”, sono state disarticolate 2 associazioni criminali dedite al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti a sud di Milano e in altre provincie italiane. La prima di etnia albanese tra novembre 2018 e luglio 2019 ha ceduto consistenti carichi di cocaina al collegato sodalizio, composto principalmente da pusher italiani. Il secondo gruppo, guidato da due pluripregiudicati di origine siciliana, entrambi con specifici trascorsi per droga, ha collocato sulla piazza di Milano anche ingenti quantitativi di hashish e di marijuana, quest’ultima importata dalla Spagna. OCC n. 44647/17 RGNR e n. 27601/17 RG GIP emessa il 1° febbraio 2021 dal Tribunale di Milano.

L’operazione “Royale” - OCC n. 24334/19 RGNR e n. 17784/20 RG GIP emessa il 26 febbraio 2021 dal Tribunale di Milano ed eseguita il 10 marzo 2021 dalla Guardia di finanza e dalla Polizia Locale di Milano ha individuato 3 compagini di spacciatori albanesi (i gruppi OSMANI, FERRO-CURUMI e MONE-SOKOLI) attivi a Milano e nei comuni limitrofi ed ha evidenziato i rapporti fiduciari tra alcuni elementi albanesi e un italiano residente in provincia di Milano, già coinvolto in una indagine dell’A.G. di Reggio Calabria per aver ceduto, nel 2017, 90 kg. di hashish ad esponenti della cosca BELLOCCO di Rosarno (RC) insediati nel Lazio. L’operazione “Palazzi 2” - OCC n. 21216/16 RGNR e n. 23560/16 RG GIP emessa il 18 febbraio 2021 dal Tribunale di Milano, eseguita il 16 marzo 2021 dalla Polizia di Stato ha evidenziato l’esistenza di rapporti criminali tra 4 fornitori di cocaina albanesi e un gruppo di acquirenti italiani che successivamente provvedevano a farla smerciare nella zona dei cosiddetti “Palazzi” del quartiere Sant’Eusebio di Cinisello Balsamo (MI). Al vertice del gruppo italiano era insediato il figlio di un ergastolano capo stidda di Mazzarino (CL)

Albanesi e riciclaggio 

L’11 giugno 2021 la Guardia di finanza di Varese ha dato esecuzione all’OCC e al Decreto di sequestro preventivo n. 1225/2020 RGNR e n. 1307/2020 RG GIP - n. 103/2021 REG. ORD. emessi il 7 giugno 2021 dal GIP del Tribunale di Busto Arsizio (VA) nei confronti di 2 cittadini albanesi indagati per i reati di spaccio di stupefacenti e di autoriciclaggio. I due indagati sono indiziati di aver reimpiegato i proventi in due cooperative operanti nel settore del trasporto merci e della logistica i cui mezzi venivano anche utilizzati per il trasporto dello stupefacente.

Marijuana e hashish 

Ampio è invece lo scenario dello spaccio di marijuana e hashish che vede coinvolti soggetti di diverse etnie anche estranei ai contesti di criminalità organizzata108 che adottano ogni tipo di ingegno nel tentativo di eludere i controlli delle forze di polizia.

SOS

L’attività di analisi condotta durante il periodo in osservazione sulle s.o.s. potenzialmente attinenti alla criminalità organizzata ha permesso di selezionare complessivamente 4.590, delle quali: 4.353 inoltrate dalla DNA alle competenti Direzioni Distrettuali Antimafia in quanto correlate a procedimenti penali o di prevenzione in corso ovvero quali atti d’impulso della Procura nazionale; 237 confluite in seno ad attività investigative preventive e/o giudiziarie svolta dai Centri e dalle Sezioni Operative della DIA.

Nel periodo 1 luglio - 31 dicembre 2020, in tale attività di elaborazione ed analisi dei flussi informativi, sono state esaminate 826 note provenienti dalle F.I.U. estere, di cui 262 richieste di scambi informativi e 564 trasmissioni di informazioni (fra queste sono ricomprese anche 14 note informative che delineano alcuni possibili profili di anomalia di movimentazioni e transazioni finanziarie connesse all’emergenza epidemiologica Covid - 19). Per l’analisi e approfondimento info-operativo dei dati acquisiti da tali flussi informativi si è provveduto al monitoraggio di oltre 3.400 persone fisiche e oltre 2.800 persone giuridiche segnalate. L’analisi delle informazioni finanziarie provenienti dall’estero ha anche consentito, in determinati casi, di individuare elementi rilevanti circa fondi di provenienza illecita collocati in altri paesi da soggetti indagati in Italia, di riconoscere ipotesi di intestazione fittizia a prestanome o di interposizione di società di comodo, e la titolarità effettiva dei patrimoni da parte dei soggetti coinvolti. 

Interpolando i risultati sopra descritti con l’analisi dei dati relativi alle segnalazioni di operazioni sospette sembrerebbe emergere come il dinamismo dell’operatività finanziaria anomala potenzialmente riconducibile ad attività criminali nonostante la stagnazione economica del periodo pandemico abbia subito un andamento crescente anche nel primo semestre 2021.

Analogamente il numero delle comunicazioni antimafia interdittive quale strumento rappresentativo della pervasività delle organizzazioni malavitose nel tessuto imprenditoriale si presenta nel I semestre 2021 in crescita rispetto non solo a quello del 2020 ma anche in relazione al medesimo periodo del 2019 antecedente alla pandemia.

Nel secondo semestre 2019 , sono state processate 640 note inviate dall’U.I.F., concernenti oltre 2.300 persone fisiche e circa 900 persone giuridiche

Nel primo semestre 2018, la Direzione Investigativa Antimafia ha analizzato 48.658 segnalazioni di operazioni sospette, che ha comportato l’esame di 229.037 soggetti segnalati o collegati, di cui 156.177 persone fisiche e 72.860 persone giuridiche, correlate a 242.920 operazioni finanziarie sospette.

Tale analisi ha consentito di selezionare 5.826 segnalazioni di interesse della DIA, di cui 1.150 di diretta attinenza alla criminalità mafiosa e 4.676 riferibili a fattispecie definibili reati spia/sentinella1054. L’attività di analisi condotta sulle segnalazioni attinenti alla criminalità organizzata ha permesso, nel periodo in osservazione, di approfondire complessivamente 898 s.o.s., di cui: 763 inoltrate alle competenti Direzioni Distrettuali Antimafia direttamente dalla DNA, in quanto correlate a procedimenti penali o di prevenzione in corso; 135 confluite nell’ambito di attività investigativa svolta dai Centri e Sezioni Operative della DIA sul territorio nazionale hanno avuto i seguenti esiti: • 43 segnalazioni sono confluite complessivamente in procedimenti penali instaurati presso le locali DDA; • 43 segnalazioni sono state utilizzate a supporto di attività info-investigative svolte dalle articolazioni territoriali; • 49 segnalazioni confluite in procedimenti per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali.  

Contrabbando di carburanti e derivati del petrolio (oli lubrificanti e di base) 

Numerose e significative le attività di indagine che hanno coinvolto in questo ambito, nel semestre e in tutto il territorio nazionale sodalizi di varia matrice ma soprattutto ‘ndrangheta e cosa nostra come dimostrato da alcune importanti operazioni. Tra esse figura l’indagine1 sviluppata in più filoni che ha visto coinvolti imprenditori vicini alla cosca calabrese dei MANCUSO, esponenti di cosa nostra catanese riferiti alla famiglia MAZZEI e soggetti vicini al clan di camorra dei MOCCIA. Un’altra inchiesta2 ha rivelato il coinvolgimento nel settore della commercializzazione di prodotti petroliferi da parte di imprenditori collegati all’articolazione SCALISI del sodalizio catanese dei LAUDANI. Infine e sebbene al di fuori di contesti strettamente mafiosi è emersa una illecita commercializzazione all’ingrosso di prodotti petroliferi con frode all’IVA condotta da una società albanese. L’indagine3 ha rivelato come il prodotto petrolifero proveniente dall’est Europa veniva distribuito presso le pompe bianche a prezzi concorrenziali grazie alla frode fiscale perpetrata.